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Concilio di Trento, Sessione 6, Capitolo 4
Obiezione. Nel capitolo 4 della sessione 6 del proprio decreto sulla giustificazione il Concilio di Trento insegna che la giustificazione può prendere luogo mediante l'acqua del Santo Battesimo od il desiderio di essa. Ecco dunque la prova del “Battesimo” di desiderio.
Risposta. No, non lo fa. In realtà insegna che la giustificazione non può aver luogo senza il battesimo d’acqua o il desiderio di esso, così come è scritto: a meno che un uomo non nasca di nuovo da acqua e da Spirito egli non può essere salvato. Ciò è notevolmente diverso.
[Nota preliminaria. Se il Concilio di Trento, sessione 6, capitolo 4, insegnasse ciò che i difensori del "Battesimo" di desiderio sostengono insegni, cosa che esso non fa, allora esso significherebbe che ogni uomo debba ricevere il Santo Battesimo o perlomeno possedere il desiderio o voto effettivo dello stesso alfine di essere salvato. Si implicherebbe che sarebbe eresia l'asserire che qualunque persona non battezzata possa essere salvata ove non almeno in possesso del desiderio o voto del Santo Battesimo di acqua. Ciò malgrado, allo stesso tempo, il 99% delle persone citanti tale passaggio a favore del "Battesimo" di desiderio crede nemmeno che occorra desiderare il Santo Battesimo di modo da essere salvati. Esso crede che gli Ebrei, i Buddisti, gli Induisti, i Maomettani e così via, i quali non desiderano il Santo Battesimo di acqua, possano essere salvati. Sicché, il 99% di coloro citanti tale passaggio rigettano persino ciò che essi sostengono il medesimo insegni. Francamente, tale fatto mostra propriamente la disonestà e la malafede della più parte dei difensori del "Battesimo" di desiderio durante il suo tentativo di citare tale passaggio di modo da fingersi devota al suo insegnamento, in realtà però non credendo in esso affatto, rimanendo in eresia a causa dell'insegnamento per cui gli acattolici desideranti nemmeno il Santo Battesimo di acqua possano essere salvati.]
Considereremo ora il fatto provante che il passaggio del Concilio di Trento non insegna che la giustificazione può aver luogo dal battesimo d’acqua o anche solo dal desiderio per esso.
Innanzitutto, il lettore dovrebbe notare che tale cruciale passaggio proveniente dal Concilio di Trento è stato tradotto malamente nella versione popolare del Denzinger intitolata Fonti del dogma Cattolico [Sources of Catholic dogma]. Questa falsa e sviante traduzione è stata disonestamente ripetuta da molti supportanti il “battesimo di desiderio”, nonostante la loro consapevolezza (in molti casi) del fatto che la traduzione fosse inaccurata.
La frase critica "… questa transizione, una volta promulgato il Vangelo, non può prendere luogo senza il lavacro della rigenerazione od un desiderio di esso, … " è stata tradotta malamente, di modo da leggere: "… questa transizione, una volta promulgato il Vangelo, non può prendere luogo eccetto tramite il lavacro della rigenerazione od un desiderio di esso, … ". Tale mala traduzione della parola Latina sine, “senza”, trovabile nel testo Latino originale, resa come eccetto tramite, altera completamente il significato del passaggio a favore dell'errore del "Battesimo" di desiderio. Il passaggio di Trento in realtà dice che la giustificazione non può accadere senza il battesimo d’acqua o un desiderio di esso.
La falsa traduzione altera completamente il significato teologico dell’asserzione di Trento; dacché dire che qualcosa non può accadere senza x o y non corrisponde a dire che essa può accadere sia a causa di x o di y. Ciò è importante da tenere a mente poiché tale mala traduzione viene ancora continuamente utilizzata dagli apologisti del "battesimo" di desiderio, spesso deliberatamente, finanche nelle recenti pubblicazioni della FSSPX e della CMRI.
ESEMPI DEL LESSICO PER PROVARE IL PUNTO
Questo testo non può essere scritto senza il blocco cartaceo o la penna.
Si intende con ciò dire che tale testo può essere scritto solo con la carta o solo con la penna? Ovviamente no, significa piuttosto che si abbisogna di entrambi.
Questo sacramento non può aver luogo senza materia o forma.
Significa ciò che il sacramento può aver luogo anche solo con la materia, seppur non vi sia forma? Certamente no. Significa che si necessita di entrambi.
Questo matrimonio non può aver luogo senza una sposa o uno sposo.
Si vuol dire con questo che una sposa senza lo sposo sia sufficiente per il matrimonio? Ovviamente no: significa che si ha bisogno di entrambi. Allo stesso modo, la struttura della frase in Sess. 6 Cap. 4 non significa che il desiderio senza il lavacro della rigenerazione sia sufficiente per la giustificazione. Si necessitano entrambi.
È anche importante ricordare che quando i sostenitori del “battesimo di desiderio” tentano di rispondere a questi esempi, sono incapaci di farlo efficacemente. Piuttosto, sono costretti a usare esempi che non sono fedeli alla struttura della proposizione data in questo passaggio. Spesso modificano leggermente la formulazione del passaggio nell'esempio che forniscono trasformando la frase in un'affermazione positiva del tipo o/o. Loro spesso non rispondono con esempi che dichiarano “non può aver luogo senza”. Ciò perché la struttura della frase non supporta o prova il loro punto.
Ciò detto, si procede con la discussione di ciò che il Concilio di Trento proclamò effettivamente.
Infatti, anche se si ritenesse che la sintassi della prima metà di Sess. 6, Cap. 4 è piuttosto ambigua, e potrebbe essere interpretata come se richiedesse uno o entrambi gli elementi citati, la posizione di Trento secondo cui nessuno può essere salvato senza il battesimo in acqua è affermata nella frase stessa attraverso le parole che seguono immediatamente a quella presa da noi precedentemente in analisi.
IL VERO E PROPRIO PASSAGGIO – IN ALTRI TERMINI, LA STESSA PROPOSIZIONE – DICHIARA CHE GIOVANNI 3:5 DEVE ESSERE COMPRESA “COSÌ COME È SCRITTO”, IL CHE È INCOMPATIBILE CON IL “BATTESIMO DI DESIDERIO”
Nell'analizzare una corretta traduzione, trovabile in molti libri, il lettore dovrebbe notare come, in tale passaggio, il Concilio di Trento insegni la verità donde Giovanni 3:5 deve essere inteso come esso è scritto, in Latino, sicut scriptum est, escludendo qualunque possibilità di salvazione senza essere rinati di acqua nel Sacramento del Santo Battesimo. Non sarebbevi maniera per la quale il "Battesimo” di desiderio” sia vero se Giovanni 3:5 fosse da essere inteso come esso è scritto, poiché Giovanni 3:5 detta che ogni uomo deve essere rinato di acqua e dello Spirito Santo onde essere salvato, essente la verità negata dalla teoria del "Battesimo” di desiderio. La teoria del "battesimo" di desiderio ed un'interpretazione di Giovanni 3:5 come esso è scritto si escludono mutualmente, esse non possono essere vere al medesimo tempo. Ogni proponente del "Battesimo" di desiderio ammetterebbe ciò: è per ciò che tutti loro debbono optare, come sì fanno, per un'interpretazione di Giovanni 3:5 non letterale.
In tale testo Padre Laisney, un feroce difensore del "Battesimo" di desiderio, ammette che qualora il "Battesimo" di desiderio fosse vero Giovanni 3:5 non potrebbe essere compreso come esso è scritto. Egli dunque sostiene che la vera comprensione di Giovanni 3:5 sia tale per cui essa non si applica letteralmente a tutti gli uomini, ovverosia, Giovanni 3:5 non deve essere inteso come è scritto.
Tuttavia, come comprende la Chiesa Cattolica tali parole? Cosa detta l'appena discusso passaggio proveniente dal Concilio di Trento? Esso detta infallibilmente “COME È SCRITTO: A MENO CHE UN UOMO NON SIA RINATO DI ACQUA E DELLO SPIRITO SANTO EGLI NON PUÒ ENTRARE NEL REGNO DI DIO, GIOVANNI 3:5”. Ciò indica che il passaggio non insegna che le persone possono essere giustificate o salvate senza la rinascita di acqua e di Spirito. La comprensione letterale di Giovanni 3:5 (come è scritto) è ciò che troviamo in ogni pronunciamento dogmatico in merito a tale tema.
infatti, se Trento insegnasse il “Battesimo” di desiderio, si troverebbe una spiegazione completa dell’idea nel Decreto sulla Giustificazione e/o nei canoni sul Battesimo. Tuttavia, non c’è nulla riguardo al “Battesimo” di desiderio da nessuna parte perché Trento non lo insegnava. Inoltre non vi è alcuna menzione del “Battesimo” di sangue da nessuna parte nel decreto di Trento perché Trento non insegnava i “tre battesimi”.
I SOSTENITORI DEL "BATTESIMO" DI DESIDERIO COMMETTONO UN SOFISMO/ERRORE DI FALSA CAUSA
Come mostra questa citazione da un manuale di filosofia tomista, il sofisma della falsa causa è l’errore di presumere che qualcosa sia la causa di un effetto quando è semplicemente una condizione. Dire che non esiste pensiero senza il cervello non significa che il cervello sia la causa del pensiero. Allo stesso modo, dire che la giustificazione non può avvenire senza il lavacro della rigenerazione o senza il desiderio di esso [come è scritto, Giovanni 3:5] non prova che la giustificazione possa avvenire mediante il desiderio del battesimo senza il lavacro della rigenerazione o che quel desiderio è una causa di giustificazione. Il desiderio è, piuttosto, una condizione necessaria per la giustificazione adulta. Non è causa di prima giustificazione. L'insegnamento di Trento secondo cui il desiderio è una condizione (non una causa) di prima giustificazione negli adulti è servito a confutare l'eresia protestante che negava il libero arbitrio e riteneva che la grazia fosse irresistibile.
QUELLI DI IN ETÀ DI RAGIONE DEVONO DESIDERARE IL BATTESIMO D’ACQUA PER ESSERE GIUSTIFICATI
Il motivo per cui la parola “desiderio” è menzionata nel contesto di Sess. 6, cap. 4 è che questo capitolo del decreto di Trento tratta della giustificazione degli adulti: iustificationis impii (la giustificazione degli empi). “Empio” è una descrizione forte che riguarda coloro che hanno superato l’età della ragione e che sono colpevoli di peccato attuale e mortale. Nel capitolo 4 e nei capitoli successivi del Decreto sulla Giustificazione, Trento si occupa della giustificazione per coloro che hanno superato l'età della ragione, come il contesto mostra chiaramente. È nella Sessione 5 sul Peccato Originale che Trento ha affrontato la transizione dei bambini verso la giustificazione. Come nel caso degli adulti, l'unico modo per giustificare i bambini è attraverso il sacramento del Battesimo. Tuttavia, poiché gli adulti e coloro che sono al di sopra della ragione devono anche desiderare il sacramento per esserne giustificati, il capitolo 4 di Trento precisa che la giustificazione non può avvenire senza il desiderio.
PREREQUISITO VS. CAUSA
È anche molto importante notare che il capitolo 4, che menziona la parola “desiderio/voto” nel contesto dei prerequisiti per la giustificazione (non come qualcosa che porta alla giustificazione), è una “descrizione” (descriptio) della giustificazione dell’empio: “Insinuatur descriptio iustificationis impii…”
Nella descrizione di ciò che sarà presente nella giustificazione degli adulti, sarà necessariamente menzionato il desiderio del battesimo. Tuttavia, il capitolo 7 del decreto sulla giustificazione tratta delle “cause” (causae) della giustificazione: “Cap. 7. Quid sit iustificatio impii, et quae eius causae”.
Nel definire le cause della giustificazione si fa menzione soltanto del sacramento del Battesimo. Essa sola è la causa strumentale. Questo perché ricevere il sacramento del Battesimo è l’unico modo per essere giustificati.
Nell’elencare tutte le cause di giustificazione, perché il Concilio non ha menzionato la possibilità del “Battesimo” di desiderio? Ne ha avuto ampie opportunità, così come ha chiaramente insegnato ben tre volte che la riconciliazione offerta dal sacramento della Penitenza può essere ottenuta con la perfetta contrizione e il desiderio di quel sacramento (Sess. 14, cap. 4; e due volte nella Sess. 6, Cap. 14). Desiderio, martirio, contrizione non si trovano da nessuna parte nel decreto di Trento sulle cause di prima giustificazione perché questi non possono implicare la prima giustificazione. Solo il battesimo in acqua garantisce la prima giustificazione. Il “Battesimo di desiderio” non viene menzionato perché non è una vera dottrina. Infatti, da un'attenta considerazione di Sess. 14, cap. 4 di Trento sul sacramento della Penitenza si conferma questo punto.
In Sess. 14, cap. 4 Trento dichiara che un battezzato caduto in peccato grave può essere riconciliato con Dio (e quindi restituito alla giustificazione) attraverso la perfetta contrizione e il desiderio del sacramento della Penitenza.
Concilio di Trento, Sess. 14, cap. 4, Sul sacramento della Penitenza: «Il Concilio insegna inoltre che, sebbene talvolta capita che questa contrizione sia perfetta mediante la carità e riconcili l'uomo con Dio prima che questo sacramento venga effettivamente ricevuto, tuttavia questa riconciliazione non deve essere ascritta alla contrizione stessa senza il desiderio del sacramento che in essa è racchiuso”.
Trento insegna che la contrizione perfetta (nel battezzato caduto) è capace di “riconciliare” (reconciliare) l'uomo con Dio prima che venga ricevuto il sacramento della Penitenza; ma che la “reconciliationem” (la riconciliazione) con Dio “non esse adscribendam” (non va ascritta) alla sola contrizione perfetta senza il desiderio del sacramento della Penitenza. Nel latino “adscribendam” (da ascrivere) è un accusativo femminile singolare gerundio che concorda con “reconcilationem” (riconciliazione). Pertanto, nell’insegnamento di Trento la “riconciliazione” (che porta la giustificazione al battezzato caduto prima del sacramento della penitenza) è direttamente ascritta, imputata o attribuita alla perfetta contrizione e al desiderio del sacramento della penitenza. Si consideri ciò attentamente, dato che dimostra che (secondo Trento) la contrizione perfetta con il desiderio del sacramento della Penitenza è CAUSA di riconciliazione con Dio (e di ripristino della giustificazione) in un battezzato caduto in peccato grave. A queste condizioni viene attribuita la riconciliazione. Queste sono le cose che, insieme alla grazia di Dio, attuano e realizzano la riconciliazione.
Quindi, se il “battesimo di desiderio” fosse vero – cioè se il “desiderio” del sacramento del battesimo e/o la contrizione potessero giustificare il soggetto in una persona non battezzata, come la contrizione perfetta e il desiderio del sacramento della penitenza possono giustificare un battezzato caduto senza il sacramento della Penitenza – Trento avrebbe incluso il concetto di “desiderio” tra le “cause” della prima giustificazione. Tuttavia, come già detto, Trento ha un capitolo sulle “cause” della giustificazione e non menziona nulla del genere. Non viene insegnato nulla sul fatto che il “desiderio”, la contrizione o il martirio siano causa di giustificazione nei non battezzati. Ciò semplicemente perché il “Battesimo” di desiderio è una falsa dottrina. Se fosse una dottrina vera, sarebbe stata enunciata; ma non è l’insegnamento della Chiesa Cattolica. Piuttosto, Trento insegna che solo il sacramento del battesimo è la causa strumentale della giustificazione perché la giustificazione arriva solo ai battezzati, come dimostra ogni definizione dogmatica che tratta della necessità del sacramento del battesimo e Giovanni 3:5.
Colui che ha redatto il presente articolo ha parlato anche del latino di Sess. 6 Cap. 4 con qualcuno di sua conoscenza. Il suo nome è Timothy Johnson, il quale è un esperto di latino e di altre lingue e ha studiato lingue classiche all'Università di Cambridge in Inghilterra. Egli concorda sul fatto che il passaggio non insegna che si possa essere giustificati dal desiderio del battesimo in acqua. Egli infatti sottolinea che tale passaggio utilizza la preposizione sine, che significa "senza", e considera oltraggiosa la comune traduzione errata di "senza" con "eccetto che attraverso". A proposito, il CMRI è un gruppo (tra i tanti) che impiega ostinatamente la falsa traduzione “eccetto che attraverso”.
Ecco cosa ha detto Timothy Johnson riguardo a questo passaggio:
Come spiega, sine (la preposizione che significa “senza”) governa “lavacro” che è nel caso ablativo, e “voto” (desiderio), che è anche nel caso ablativo. “Senza” si applica ad entrambe le parole. Si potrebbe tradurre così: essa [la giustificazione] non può avvenire senza il battesimo in acqua né senza il desiderio di esso, come sta scritto….
Il passaggio non dice che la giustificazione “può” avvenire “per” questo o quello. Si afferma che esso “non può” avvenire “senza” questo o quello, “come sta scritto” (sicut scriptum est).
E se si vuol cercare una conferma proprio in questo passaggio che non c'è alcuna deviazione dall'assoluta necessità del battesimo in acqua, essa si trova proprio nella frase che segue le parole di cui stiamo discutendo. Viene fornito con il motto “come è scritto”: sicut scriptum est.
Sicut scriptum est è l’indicativo passivo perfetto. Letteralmente significa: “così com’è, come è stato scritto”. Può essere tradotto “come scritto”; “come è stato scritto”; o “come è scritto”. È una dichiarazione, all'interno di quella stessa frase, che c'è perfetta armonia con la comprensione di Giovanni 3:5 “come sta scritto”, armonia che troviamo in tutto il Concilio di Trento e nel Concilio di Firenze. Tra poco esamineremo questi esempi.
Infatti, riflettendo su questo passaggio, colpisce il fatto che se l’incomprensione, l’errata traduzione e l’uso improprio di questo passaggio sono stati la fonte di così sovrabbondante eresia e notevole male (come è stato), allora avrebbe senso che Dio nella Sua provvidenza e nella sua bontà lasciasse un chiaro segno in quel passaggio stesso secondo cui sarebbe assolutamente falso avanzare qualcosa che contraddicesse Giovanni 3:5 “come è scritto”. E Dio ha lasciato questa indicazione (con il motto “come è scritto”) proprio nelle parole che seguono quelle che sono state così fraintese, pervertite e abusate. In effetti, Dio ha lasciato un’indicazione simile su come la parola aut (o) possa essere usata in modo inclusivo in un’altra affermazione dogmatica di estrema attualità.
ESEMPI LATINI PER DIMOSTRARE IL PUNTO
Consideriamo ora degli esempi in latino per dimostrare il punto. Nel tentativo di difendere la loro falsa visione di questo passaggio, i sostenitori del “Battesimo” di desiderio spesso affermano che la parola latina aut (che significa “o”) non può essere usata in modo inclusivo, come noi sosteniamo che sia. Piuttosto, dicono che aut sia strettamente esclusivo: cioè, o/o, l’uno o l’altro, ma non entrambi. Hanno completamente torto. Ciò che affermano a questo proposito è falso totalmente. Di seguito sono riportati esempi tratti da passaggi latini che smentiscono assolutamente la loro falsa affermazione.
ESEMPI DALLA VULGATA LATINA PER DIMOSTRARE IL PUNTO
Ecco alcuni esempi nella Vulgata latina che dimostrano che “aut” può essere usato in senso inclusivo. In tutti questi esempi la “o” in latino è la parola “aut”, la stessa parola che troviamo in Sess. 6 Cap. 4.
Quindi, questo significa che le persone malvagie non hanno glorificato Dio, ma Lo hanno ringraziato? No, ovviamente no. O al contrario: significa che hanno glorificato Dio, ma non gli hanno reso grazie? No: certo che no. Ovviamente il significato è che queste persone malvagie né glorificarono Dio né Gli resero grazie. Aut è chiaramente usato in senso inclusivo in questo passo della Vulgata.
Un altro esempio è Tito 1:6:
Significa questo che i figli del sacerdote devono essere esenti o soltanto da disordini o soltanto da sregolatezza? No certo che no. Ovviamente il significato è che i figli del sacerdote (se questi avesse avuto figli durante il periodo apostolico) dovevano essere esenti sia dall’accusa di sommossa che di sregolatezza – non dall’una o dall’altra. Pertanto, aut è chiaramente usato in senso inclusivo. Un altro esempio è Giovanni 3:8:
Vuol dire questo che Nicodemo non sa da dove viene lo Spirito, ma sa dove va? No certo che no. Chiaramente il significato è che Nicodemo non sa da dove viene lo Spirito e inoltre non sa nemmeno dove va. Pertanto, aut è usato in senso inclusivo. Infatti, nella parte di Giovanni 3:8 dove la Vulgata usa aut, numerose traduzioni inglesi hanno “e” e alcune hanno “o”. Anche se aut significa o, può essere inclusivo o funzionalmente equivalente a “e”, come vediamo qui. In questi casi, aut deve applicarsi a entrambi gli elementi, o essere inteso in modo inclusivo, per essere fedele al significato inteso. È quindi un dato di fatto che aut può essere usato in senso inclusivo. Ora vedremo un esempio dogmatico di questo punto.
UNO STUPENDO PRECEDENTE DOGMATICO DI “AUT” USATO CON “SINE” IN MODO INCLUSIVO
Il documento a cui dobbiamo ora rivolgerci è la famosa lettera dogmatica di Papa San Leone Magno a Flaviano, scritta originariamente nel 449, confermata dal Concilio di Calcedonia nel 451. Questo è il documento su cui gridarono i Padri del Concilio di Calcedonia: "Pietro ha parlato per bocca di Leone", perché la lettera di Leone definisce in modo estremamente accurato la verità sulle due nature di nostro Signore Gesù Cristo, una natura umana e una natura divina, in una Persona divina. Tale documento è estremamente importante per questo argomento, non solo rispetto agli aspetti teologici della questione, ma anche a quelli grammaticali. I numerosi aspetti provvidenziali di questo decreto sono sorprendenti.
È un’eresia respingere l’insegnamento della lettera di Leone Magno a Flaviano. Ora, il decreto di Leone Magno contraddice proprio la teoria del “Battesimo” di desiderio. Il “Battesimo” di desiderio viene tipicamente spiegato come fornire la grazia della santificazione o della giustificazione senza l’acqua del Battesimo. Ebbene, nel suo decreto dogmatico, Papa San Leone Magno dice:
Papa Leone Magno dichiara infallibilmente che la santificazione è inseparabile dall'acqua del Battesimo. Ciò contraddice direttamente il concetto di “Battesimo” di desiderio e “Battesimo” di sangue. Entrambe le teorie sostengono che la santificazione arriva a una persona separatamente dal battesimo in acqua.
La lettera dogmatica di Leone dichiara inoltre che il Sangue della Redenzione è inseparabile dal battesimo in acqua. Anche questo è estremamente significativo perché il Concilio di Trento ha definito che si è giustificati solo dal Sangue della Redenzione, “merito dell'unico mediatore”. Questo merito “si applica agli adulti e ai bambini mediante il sacramento del Battesimo”. Possiamo così rilevare l’armonia tra l’insegnamento di Papa Leone Magno sul Sangue della Redenzione e il suo inseparabile collegamento con il battesimo in acqua, e l’insegnamento di Trento sullo stesso punto. Trento dichiara che il Sangue della Redenzione viene applicato attraverso il Sacramento del Battesimo, così come lo definì Leone Magno. Il decreto di Leone specificava che il Sangue è “inseparabile” dall’acqua del battesimo.
Se il “Battesimo” di desiderio fosse vero, cosa che non è, si troverebbe nel Concilio di Trento una spiegazione chiara di come il merito di Cristo venga applicato alle persone senza il Sacramento del Battesimo. Ne troveremo una chiara definizione in uno dei canoni sul sacramento del Battesimo. Si troverebbe una evidente affermazione che si può essere giustificati prima del Sacramento del Battesimo e perché si dia ciò. Eppure non si ha nulla del genere in nessun Concilio in nessun luogo. Questo perché il “Battesimo” di desiderio è falso. Ciò che abbiamo, al contrario, è un'affermazione dopo l'altra che Giovanni 3:5 è letterale, che nessun uomo è salvato senza il sacramento del Battesimo, che il merito di Cristo viene applicato attraverso il sacramento, che il sacramento è la causa strumentale di giustificazione, ecc. Quindi, non c'è modo di conciliare il “Battesimo” di desiderio o il “Battesimo” di sangue con questa proclamazione dogmatica. Sono false teorie. In effetti, Dio ha lasciato una prova sorprendente per confutare le argomentazioni moderne a favore del "Battesimo” di desiderio nel decreto di San Leone Magno.
DIO HA LASCIATO UN USO SORPRENDENTE DI “AUT” INSIEME A “SINE” NEL DECRETO DI SAN LEONE MAGNO AL FINE DI CONFUTARE I MODERNI SOSTENITORI DEL “BATTESIMO DEL DESIDERIO”
Mentre si operava una riflessione su Sess. 6, cap. 4 di Trento, l’autore di questo articolo ha pensato: proprio come Dio ha lasciato una chiara indicazione nella Sessione 6 Capitolo 4 che non c'è assolutamente alcuna deviazione dall'assoluta necessità del battesimo in acqua, con le parole "come sta scritto" - e ha lasciato quell'indicazione proprio nel passaggio che è stato così tanto abusato – è allora possibile che Dio abbia lasciato un'indicazione simile in un documento come il decreto di Papa Leone Magno su come la parola latina “aut” possa essere usata in modo inclusivo. Non sarebbe interessante se un documento che ha un grande significato sulla questione del battesimo in acqua contenesse anche un indizio secondo cui “aut” può essere usato in modo inclusivo? In altre parole, Dio avrebbe lasciato lì l'indicazione e la prova, bisognava solo cercarla.
Mentre il sottoscritto sfogliava il latino del decreto di Leone Magno, ha trovato la prova lampante e l'esempio che stava cercando. Si è imbattuto in questo passaggio del documento in cui ci sono molteplici usi di aut, così come un uso di aut con sine, proprio come abbiamo nella Sessione 6 Capitolo 4. Come vedremo, questo uso di aut con sine ha un uso assolutamente inclusivo.
Il brano riguarda la verità di Cristo: che Egli è sia Figlio di Dio che Cristo.
TRADUZIONE:
Leone Magno dichiara:
SI NOTI LA SIGNIFICANZA DI QUESTO PASSAGGIO - "era altrettanto pericoloso credere che il Signore Gesù Cristo fosse o solo Dio senza [essere] uomo O [AUT] solo uomo senza [essere] Dio."
La parola “aut” è qui usata in modo esclusivo o inclusivo? È chiaramente (e in effetti, infallibilmente) utilizzata in modo inclusivo. Perché si cade in pericolo (eresia) a meno che non rifiutino entrambi gli errori – due errori separati da “aut” o “o”. Se rifiuti l’errore solamente da un lato dell’“aut”, cadi lo stesso nel pericolo/eresia!
Ciò dimostra, in un’affermazione dogmatica – di enorme rilevanza per la questione del battesimo in acqua – che “aut” è stato usato in un senso inclusivo, per cui esso deve essere inteso in modo inclusivo per essere compreso correttamente!
Allo stesso modo, per quanto riguarda la Sess. 6 Cap. 4 del Concilio di Trento, non si riesce ad ottenere la giustificazione a meno che non si abbia sia il lavacro della rigenerazione che il desiderio di esso, i due requisiti separati da “aut”, preceduto da “sine” (senza). E la ragione per cui, come ho detto prima, quel “desiderio” è menzionato in Sess. 6, cap. 4 di Trento è che si parla della giustificazione degli empi (giustificazione degli adulti), e gli adulti devono desiderare il sacramento quando lo ricevono.
Si sono condivisi questi pensieri sul latino del decreto di Leone Magno con il già citato Timothy Johnson. Gli si è chiesto se fosse d'accordo sul fatto che l'uso di “aut” con “sine” sia inclusivo, e quindi paragonabile e/o rilevante all'uso in Sess. 6 Cap. 4 del Concilio di Trento. Lo studioso ha risposto dicendo:
Egli concorda quindi che l'uso di “aut” indica che bisogna respingere entrambi gli errori, e quindi che bisogna ritenere che Gesù è Dio e uomo. Lui continua:
Quindi, il chiaro uso di “aut” con “sine” in questo passaggio dimostra assolutamente che “aut” può essere usato in modo inclusivo, e che il linguaggio di Sess. 6 Cap. 4 non indica che il desiderio senza il sacramento del Battesimo sia sufficiente per la giustificazione. Ciò che è così sorprendente in questo passaggio è che “aut” è usato con “sine” tra due concetti eretici che devono essere entrambi respinti. Teologicamente, dal momento che stiamo parlando della verità che Cristo è sia Dio che uomo, non potrebbe esserci modo più forte per Dio di dimostrare che “aut” può essere usato con “sine” in maniera inclusiva, o che può applicarsi a entrambi. Perché la verità e l'affermazione che Cristo è Dio e uomo è, insieme alla Trinità, il fondamento del cristianesimo. È come se Dio avesse deliberatamente lasciato dei precedenti grammaticali o lessicali in questo documento per confutare le future argomentazioni a favore del “Battesimo” di desiderio e della salvezza al di fuori della Chiesa da parte di persone che sostengono erroneamente che “aut” è sempre esclusivo.
Dio sapeva che le persone avrebbero frainteso e abusato di Sess. 6 Cap. 4 per contraddire la necessità della Sua fede e la necessità del Battesimo. Ha quindi incluso “sicut scriptum est” nel documento per dimostrare che non si discosta dalla verità assoluta il fatto che Giovanni 3:5 è da intendersi così come è scritto. Si è anche assicurato che la frase usasse sine, in modo che non si parli di come la giustificazione “può” avvenire “tramite” questo o quello, ma del fatto che la giustificazione “non può” avvenire “senza” gli elementi. Ci ha anche fornito un antecedente uso dogmatico di aut con “sine” come precedente infallibile e dogmatico secondo cui aut può essere utilizzato in modo inclusivo. E ha inserito questo straordinario precedente dogmatico, di come si possa intendere “aut”, proprio nel documento che nega più specificamente il concetto teologico di “Battesimo” di desiderio e “Battesimo” di sangue. Lo ha lasciato proprio nel documento in cui si dichiara dogmaticamente che l’acqua del Battesimo è inseparabile dallo Spirito di santificazione, l’opposto del concetto di “Battesimo” di desiderio. Non è un caso che ciò si trovi in questo documento: Dio lo ha lasciato lì come un indizio per confutare le persone dei nostri giorni che avanzano obiezioni contro la necessità del Suo battesimo.
Proprio come Dio ha osservato con tanta attenzione la creazione della Terra e ha modellato con tanta perizia ogni animale e ogni persona, allo stesso modo Egli protegge ogni aspetto del Suo insegnamento. Lascia tutto il materiale necessario per confutare le eresie nei proclami della Sua Chiesa.
E cosa dicono tutti gli altri passaggi di Trento sulla necessità del Battesimo e Giovanni 3:5? Insegnano una comprensione non letterale di Giovanni 3:5 (che le persone possono essere salvate senza il battesimo in acqua), o escludono qualsiasi salvezza senza il battesimo in acqua? La risposta è innegabile: la Chiesa insegna infallibilmente che non c'è salvezza senza la rinascita dall'acqua e dallo Spirito nel Sacramento del Battesimo, basandosi su una comprensione letterale di Giovanni 3:5.
Come vediamo, tutte le definizioni dogmatiche di Trento (e ovunque) insegnano una comprensione letterale di Giovanni 3:5 e che nessuno è salvato senza il Sacramento del Battesimo. L’affermazione “come è scritto” nel passaggio di cui abbiamo discusso (Sess. 6, Cap. 4) è semplicemente un’ulteriore prova che Sess. 6, cap. 4 ha lo stesso identico significato.
È vero che alcuni cattolici hanno frainteso il passaggio di Trento, e ciò ha contribuito a far sì che il “Battesimo” di desiderio fosse insegnato da teologi fallibili e da testi fallibili. Nel nostro video, Come può il battesimo di desiderio essere contrario al dogma? discutiamo numerosi esempi di papi e santi che errano su questioni dogmatiche e/o sullo status teologico di una verità, anche dopo che è stato emesso un pronunciamento del magistero. Rimandiamo le persone a quel video per una discussione completa su come ciò sia possibile.
Qualcuno potrebbe anche dire: “Capisco il tuo punto e non posso negarlo, ma perché il passaggio non usa la parola ‘e’ invece di ‘o’, dacché ciò sarebbe stato più chiaro allora?" È meglio rispondere a questa domanda considerando una serie di cose:
In primo luogo, va ricordato che il passaggio descrive ciò SENZA di cui la giustificazione NON PUÒ AVVENIRE (cioè, cosa non può mancare nella giustificazione); non dice che la giustificazione avvenga tramite l'acqua o il desiderio.
In secondo luogo, il concilio non doveva usare “e”, perché “o” può significare “e” (o essere usato in modo inclusivo) nel contesto delle parole fornite nel passaggio, come già mostrato.
In terzo luogo, coloro che pongono questa domanda dovrebbero considerarne un'altra, vale a dire: perché mai, se il battesimo di desiderio è vero ed è l'insegnamento di Trento, il Concilio non ha mai detto in alcun luogo (quando aveva così tante opportunità per farlo) che si può essere giustificati senza il sacramento o prima di riceverlo, come è avvenuto chiaramente e ripetutamente nei confronti del sacramento della Penitenza? Questa sorprendente omissione (ovviamente perché lo Spirito Santo non ha permesso al Concilio di insegnare il battesimo di desiderio nelle sue numerose affermazioni sull’assoluta necessità del battesimo) conferma semplicemente i punti che si sono sottolineati sopra; poiché se il passaggio avesse significato il battesimo di desiderio, lo avrebbe detto.
In quarto luogo, la risposta migliore alla domanda di cui sopra è un esempio parallelo: nel 381 il Concilio di Costantinopoli definì che lo Spirito Santo procede dal Padre. Il Concilio non ha detto che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. L’omissione delle parole “e dal Figlio” (filioque in latino) ha portato innumerevoli milioni di persone a concludere erroneamente che lo Spirito Santo non procede dal Figlio, un’eresia che è stata poi condannata dalla Chiesa. Se il Concilio di Costantinopoli avesse semplicemente incluso quella piccola affermazione, che anche lo Spirito Santo procede dal Figlio, avrebbe eliminato oltre mille anni di controversia con gli Scismatici orientali – una controversia che continua ancora oggi. Se quella piccola frase (“e dal Figlio”) fosse stata inclusa a Costantinopoli, probabilmente avrebbe impedito a milioni di persone di lasciare la Chiesa cattolica e di abbracciare l’“Ortodossia” orientale. Gli “ortodossi” orientali pensavano (e pensano ancora) che l’insegnamento della Chiesa cattolica secondo cui lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio è contrario al Concilio di Costantinopoli, che affermava soltanto che lo Spirito Santo procede dal Padre.
Quindi ha sbagliato il Concilio di Costantinopoli? Ovviamente no. Ma Costantinopoli avrebbe potuto essere più chiara aggiungendo quella piccola frase che avrebbe eliminato una controversia? Assolutamente. Allora perché Dio ha permesso che si verificasse questa controversia, quando avrebbe potuto prevenirla semplicemente ispirando i padri conciliari di Costantinopoli nel 381 a includere quella piccola frase? La risposta è che devono esserci delle eresie.
Dio permette che sorgano eresie per vedere chi crederà alla verità e chi no, per vedere chi guarderà la verità con sincerità e chi pervertirà le cose per soddisfare i propri desideri eretici. Dio non permette mai che i Suoi concili, come quello di Costantinopoli e di Trento, insegnino alcun errore; ma può permettere che la verità venga affermata in modi che diano alle persone l'opportunità di distorcere e pervertire il significato delle parole usate se lo desiderano (nessun gioco di parole), come fecero gli scismatici orientali riguardo all'omissione della frase da parte di Costantinopoli: e dal Figlio.
Infatti, non importa nemmeno se alcuni padri conciliari di Costantinopoli credessero che lo Spirito Santo non procede dal Figlio; e probabilmente c'erano alcuni che non credevano che lo Spirito Santo procedesse dal Figlio. Ciò che conta è ciò che effettivamente ha dichiarato il Concilio di Costantinopoli, una dichiarazione che non dice nulla di contrario al fatto che lo Spirito Santo procede dal Figlio. Le intenzioni dei Padri conciliari di Costantinopoli o di qualsiasi altro concilio non hanno nulla a che fare con l'infallibilità papale. Quello che conta è ciò che il dogma attuale approvato dal papa dichiara o realizza nella Professione di fede.
Infatti, a questo proposito è molto interessante notare che numerosi papi sottolineano che nel canone 28 del Concilio di Calcedonia, i padri di Calcedonia elaborarono una formula che elevava lo status del Vescovo di Costantinopoli. I padri del Concilio di Calcedonia intendevano quindi elevare lo status della Sede di Costantinopoli redigendo il canone 28. Ma il canone fu respinto da papa Leone Magno nella sua conferma degli atti di Calcedonia, e quindi fu ritenuto privo di valore.
Ciò dimostra che l’intenzione o i pensieri dei padri in un consiglio generale non significano nulla – non hanno valore. Ciò che conta è ciò che effettivamente dichiara la Chiesa. Pertanto, il fatto che alcuni padri conciliari di Trento – e anche eminenti e santi teologi dopo Trento – abbiano pensato che il suddetto passo di Trento insegnasse il battesimo di desiderio non significa nulla; poiché anche i padri di Calcedonia pensavano che il concilio stesse elevando lo status di Costantinopoli, quando non lo fece; e alcuni dei padri di Costantinopoli probabilmente pensavano che il concilio negasse che lo Spirito Santo procede dal Figlio, quando non era così. Il punto è che contano solo le cose che sono effettivamente dichiarate dai concili e infine approvate, nient’altro. E il citato passo di Trento non insegna il battesimo di desiderio; non insegna che il desiderio giustifica senza il battesimo; e non contiene errori.
Il fatto è che Dio si assicurò che le parole “come è scritto” fossero incluse proprio in quella importante frase per garantire che il concilio non stesse insegnando il battesimo di desiderio con la formulazione di quel passaggio. Il brano quindi insegna – come è scritto – che se un uomo non rinasce d’acqua e di Spirito Santo non può entrare nel Regno di Dio. E se ciò che dicono i sostenitori del battesimo del desiderio fosse corretto (e non lo è), in realtà il Concilio ci insegnerebbe nella prima parte della frase che Giovanni 3:5 non deve essere preso così come è scritto (il desiderio a volte è sufficiente), mentre allo stesso tempo si contraddirebbe nella seconda parte della frase dicendoci di prendere Giovanni 3:5 così come è scritto (sicut scriptum est)! Ma ciò è assurdo, ovviamente. Coloro che ostinatamente insistono sul fatto che questo passaggio insegna il battesimo di desiderio semplicemente sbagliano e contraddicono le stesse parole date nel passaggio su Giovanni 3:5. L’inclusione di “COME È SCRITTO, se uno non rinasce d’acqua e di Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio (Giovanni 3:5)” mostra la perfetta armonia di quel passo di Trento con tutti gli altri passaggi di Trento e di altri concili che affermano l'assoluta necessità del battesimo in acqua senza eccezioni.