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Obiezione 11: che cosa importa se Antipapa Francesco fosse o non fosse il Papa? La questione non mi riguarda.
Risposta: ove il se Antipapa Francesco fosse o non fosse il Papa non importasse allora l'acattolicesimo della setta del Vaticano II non importerebbe, la nuova "messa" non importerebbe e così via. Gli elementi non possonosi scindere. Non è possibile separare il Papa dalla Chiesa Cattolica. Oltretutto, sostenere che Antipapa Francesco sia ed è il capo della Chiesa Cattolica è asserire che i cancelli dell'Inferno siano e sono prevalsi su di essa.
In aggiunta, riconoscere ostinatamente Antipapa Francesco come il Papa è commettere un peccato contro la Fede Cattolica, poiché significa asserire la blasfemia donde egli detiene la vera Fede Universale quando, in realtà, egli è un eretico manifesto ed un apostata contro di essa. Inoltre, riconoscere Antipapa Francesco e gli altri Antipapi della setta del Vaticano II come veri Papi è scandalizzare gli acattolici, significa essere incapaci di presentare consistentemente la Fede Cattolica ad un acattolico. Circa tale punto occorre ora osservare il dilemma devastante onde dimostrare quanto importa esattamente tale tematica.
Il dilemma devastante: perché la gente accettante gli Antipapi del Vaticano II come veri Papi può nemmeno presentare la Fede Cattolica ad un Protestante
Si supponga che all'indomani si incontri un Protestante bene informato interessato a divenire Cattolico. Sebbene tale uomo affermi di essere interessato a divenire Cattolico egli detiene dei problemi con l'insegnamento della Chiesa Cattolica sulla giustificazione, egli rigetta i canoni ed i decreti del Concilio di Trento del secolo XVI. Nello spiegare la sua posizione si penserebbe: "Come può quest'uomo attendersi di divenire Cattolico quando egli crede nemmeno nell'insegnamento del Concilio di Trento sulla giustificazione?".
Pertanto, in qualità di Cattolici caritatevoli, lo si informerebbe circa la realtà donde ove egli volesse divenire Cattolico egli dovrebbe accettare e credere nell'insegnamento del Concilio di Trento sulla giustificazione e ripudiare la visione di Lutero sulla giustificazione mediante la "sola fede, sola fide", giacché la Chiesa Cattolica, senza menzionare la Sacra Scrittura, Giacomo 2:24, condanna l'idea della giustificazione mediante la "sola fede".
Il Protestante, ciò malgrado, risponderebbe nel seguente modo.
Egli, dopodiché, procederebbe scandendo 3 punti in successione di modo da ciò dimostrare.
Numero 1. Il Protestante citerebbe innanzitutto la Dichiarazione congiunta con i Luterani sulla dottrina della giustificazione, approvata dal Vaticano il 31/10/1999. Egli citerebbe 2 sezioni provenienti dalla Dichiarazione congiunta con i Luterani sulla dottrina della giustificazione, presente nella sua valigetta.
Dopo che avrebbe ciò citato il Protestante spiegherebbe correttamente l'effettività donde ciò elimina qualunque condanna della visione Luterana sulla giustificazione, "sola fede" e così via. Egli, poi, citerebbe il numero 13.
Una volta che avrebbe citato ciò il Protestante spiegherebbe giustamente la realtà per cui anche ciò significa che le condanne del Concilio di Trento, del secolo XVI, della visione Luterana sulla giustificazione non sono più applicabili.
Numero 2. Alfine di sostanziare il suo punto ulteriormente il Protestante procederebbe con la citazione di altre 2 sezioni provenienti dalla stessa dichiarazione congiunta con i Luterani.
Il Protestante indicherebbe l'ovvio fatto donde ciò significa che nessuno degli insegnamenti Luterani contenuti nella dichiarazione congiunta è condannato dal Concilio di Trento. Egli, poi, dimostrerebbe che la giustificazione mediante la "sola fede" è presente fra gli insegnamenti delle chiese Luterane nella dichiarazione congiunta.
Egli concluderebbe, in perfetta logica, asserendo che secondo l'accordo medesimo del Vaticano con i Luterani sulla giustificazione la "sola fede" è certamente non condannata dal Concilio di Trento. Laonde, egli dichiarerebbe quanto segue.
Numero 3. Infine, tale scaltro Protestante si attenderebbe l'ipotesi per la quale si tenti di rispondergli che Carlo Wojtyla, Giuseppe Ratzinger e Giorgio Bergoglio non hanno firmato la Dichiarazione congiunta con i Luterani sulla dottrina della giustificazione. Pertanto, egli sottolineerebbe che la dichiarazione congiunta venne firmata sotto gli auguri di Carlo Wojtyla, approvata ripetutamente da Giuseppe Ratzinger, entrambi in comunione con Giorgio Bergoglio.
Il Protestante concluderebbe la sua presentazione avanzando quanto segue.
In qualità di Cattolici si conoscerebbe l'obbligo di avvisarlo della verità per la quale la credenza nella "sola fede" e la credenza nella Fede Cattolica sono incompatibili. Sicché, cosa gli si risponderebbe?
Ove si sostenesse la bestemmia per la quale gli Antipapi della setta del Vaticano II furono e sono dei veri Papi si risponderebbe con la seguente asserzione, l'unica ipotizzabile.
Risposta al Protestante: "Giorgio Bergoglio, Giuseppe Ratzinger e Carlo Wojtyla sono in errore. Essi non sono infallibili in ogni cosa che dicono od affermano. La dichiarazione congiunta non è infallibile. Il Concilio di Trento è infallibile."
Lo scaltro Protestante, prontamente identificante le falle in tale illogica e scarsa risposta, replicherebbe ciò che segue.
Ove si sostenesse l'eresia per la quale gli Antipapi della setta del Vaticano II furono e sono dei validi Papi non si potrebbe rispondere alcunché a tale Protestante. Il dibattito sarebbe terminato e si avrebbe perso. Non si potrebbe, da un lato, affermare che la "sola fede" e la Dichiarazione congiunta con i Luterani sulla dottrina della giustificazione è incompatibile con l'entrata di un Protestante nella Chiesa Cattolica, cosa obbligatoria per un Cattolico, giacché così infallibilmente definito dal Concilio di Trento, e dall'altro offrire una simultanea obbedienza agli Antipapi della setta del Vaticano II come capi della Chiesa Cattolica, aventi dimostrato la loro accettazione della Dichiarazione congiunta con i Luterani sulla dottrina della giustificazione spesse volte pubblicamente. Il Protestante avrebbe circondato e costretto ad ammettere che egli potrebbe invero divenire "Cattolico" e sostenere ciò che è insegnato nella dichiarazione congiunta. Ciò dimostra la realtà donde coloro accettanti gli Antipapi della setta del Vaticano II come Papi possono neppure presentare consistentemente la Fede Cattolica ad un Protestante. Essi dovrebbero ammettere la bestemmia per la quale è possibile divenire "Cattolici" e sostenere che la "sola fede" non è un'eresia anatemizzata e che i canoni del Concilio di Trento non si applicano alla visione Luterana della giustificazione.
Sintantoché si accreditino gli Antipapi della setta del Vaticano II come dei Papi Cattolici si difenderebbe una chiesa avente ripudiato il Concilio di Trento, una chiesa essente acattolica per definizione, una chiesa di eretici.
Il medesimo giudizio, con la medesima autorità, mediante cui si sarebbe constatato che tale Protestante non-denominazionale sarebbe un eretico ed al di fuori della Chiesa Cattolica, un giudizio operato una volta incontratolo e scoperte le sue credenze ed il suo ripudio del Concilio di Trento, sarebbe lo stesso esatto giudizio da operare assolutamente e forzatamente nei confronti degli Antipapi della setta del Vaticano II. Dovrebbe colpire in maniera serena ed illuminante il fatto per cui non si sarebbe colpevoli di giudizio nei confronti della Santa Sede o di un Papa ove si giudicasse correttamente che gli Antipapi della setta del Vaticano II sono acattolici; per l'appunto, si identificherebbe un acattolico per quello che egli è, siccome si sarebbe identificato correttamente come un acattolico il Protestante non-denominazionale incontrato, tanto quanto qualunque Calvinista, Metodista od Episcopaliano.
Note di fine sezione 21 (11):
[60] Decreti dei concili ecumenici [Decrees of the ecumenical councils] Volume 2, 1990, Stamperia dell'università di Giorgiovilla [Georgetown university press], SUA, pagina 675.
[61] L'Osservatore Romano (5), 24/11/1999.
[62] L'Osservatore Romano (13), 24/11/1999.
[63] L'Osservatore Romano (41), 24/11/1999.
[64] L'Osservatore Romano (26), 24/11/1999.
[65] L'Osservatore Romano, 28/01/2004, pagina 4.
[66] L'Osservatore Romano, Dicembre 21/28, pagina 5.
[67] Enrico Denzinger, Le fonti del dogma Cattolico [The sources of Catholic dogma], 1957, Compagnia del libro di Herder [Herder book company], SUA, numero 423.