Antipapa Francesco afferma che Martin Lutero non errò sulla giustificazione, concordando con i Protestanti a riguardo

Kleinjung: "Santo Padre, gravido porle una domanda. Oggi ella ha parlato dei doni condivisi delle chiese, dei doni condivisi dalle chiese, assieme. Attesoché ella si recherà a Lund per la commemorazione del cinquecentesimo anniversario della Riforma, tra 4 mesi circa, credo sia forse ancora il momento giusto non solamente di ricordare le ferite da entrambe le parti ma anche di riconoscere i doni della Riforma: chissà pure quello di annullare o ritirare la scomunica di Martin Lutero, offrendo sennò qualche sorta di riabilitazione - questa è una domanda eretica. Grazie."

 

Antipapa Francesco: "Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero errate. Egli era un riformatore… all'epoca la Chiesa non era esattamente un modello da imitare. Nella Chiesa era presente corruzione, mondanità, attaccamento al danaro ed al potere ed egli protestava contro di ciò. Dopodiché, egli era intelligente: egli operò qualche passo in avanti nel giustificare il motivo delle sue azioni. Oggi, i Cattolici ed i Luterani, i Protestanti, concordano tutti sulla dottrina della giustificazione. Su tale punto, essente molto importante, egli non errò. Egli produsse una medicina per la Chiesa; questa medicina però poi si consolidò in uno stato delle cose, in una disciplina, in un modo di credere, in un modo di operare, in un sentiero Liturgico; egli non era peraltro solo: vi era Zuinglio; vi era Calvino, ciascuno di loro diverso dall'altro; ma dietro di loro chi vi era? I principi: cujus regio, ejus religio. Dobbiamo porci nella storia dell'epoca. È una storia non facile da comprendere, non facile. Dopodiché, le cose avanzarono, essendo oggi il dialogo buonissimo. Io credo che quel documento sulla giustificazione sia uno dei documenti ecumenici più ricchi e più profondi, concorde. Nondimeno, esistono divisioni, dipendenti anche dalle chiese. A Bonaria [Buenos Aires] esistevano 2 chiese Luterane, pensando una in una maniera ed una in un'altra. Persino nella stessa chiesa Luterana manca l'unità, tuttavia, i suoi membri si rispettano, si amano, con la diversità come fattore forse per noi più dolente, cercando oggi di intraprendere il passaggio dell'incontro dopo 500 anni. Io credo che dobbiamo pregare assieme, pregare: la preghiera è importante per ciò. Secondo; lavorare per i poveri, per i perseguitati, per molte persone, per i rifugiati, per i molti che soffrono; lavorare assieme e pregare assieme, tentando i teologi di studiare assieme. Questo è però un lungo passaggio, lunghissimo. Una volta, scherzando, dissi: 'So quando sarà raggiunta la piena unità. Quando? Il giorno appresso la venuta del Figliolo dell'Uomo.', poiché non lo si sa. Lo Spirito Santo donerà la grazia, frattanto pregando e lavorando assieme, amandoci: soprattutto per i poveri, per le persone che soffrono, per la pace e contro lo sfruttamento della gente e per molte altre cose, lavorando congiuntamente."