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L'eresia Ebraica del Vaticano II
In "Nostra Aetate", paragrafo 4, il Concilio Vaticano II affronta il tema degli Ebrei. Si tenga a mente, che in tale passaggio, il Vaticano II fa referenza specificatamente agli Ebrei post-Messianici, ovvero, quelli ripudianti il Santo Vangelo, sicché non facenti parte della Chiesa Cattolica. A loro proposito, il Vaticano II insegna: "Sebbene la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei non debbono essere presentati come riprovati o maledetti da Dio, come se ciò susseguisse dalle Sacre Scritture.". Il Vaticano II dichiara che gli Ebrei non accettanti Gesù Cristo, sicché non appartenenti alla Chiesa Cattolica, non debbono essere presentati come rigettati da Dio, come se ciò susseguisse dalla Sacra Scrittura. Ciò è totalmente eretico. L'insegnamento delle Sante Scritture, della Tradizione Cattolica e del dogma Cattolico detta esattamente il contrario. In tutto il corso dei Santi Vangeli, Gesù Cristo dichiara che coloro i quali non Lo accettano sono, di fatto, rigettati da Dio e non saranno salvati.
Matteo 10:33: "Ma chiunque mi avrà rinnegato davanti agli uomini, io altresì lo rinnegherò davanti al Padre mio che è ne' cieli."
Giovanni 3:18: "Chi crede in lui non sarà condannato, ma chi non crede già è condannato, perciocché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figliuol di Dio."
Si potrebbero parimenti consultare: Giovanni 3:36; Giovanni 8:24; Giovanni 14:6; Marco 16:16 e Giovanni 5:12 oltre a molti altri passaggi. Si tratta di un dogma Cattolico per cui occorre credere in Gesù Cristo e detenere la Fede Cattolica acciocché si sia salvati od accettati da Dio. La dichiarazione del Vaticano II costituisce, dunque, un nuovo e falso vangelo. Infatti, quando il Vaticano II dichiara che gli Ebrei non debbono essere considerati come rigettati da Dio, esso, nel suo testo originale in Latino, utilizza il termine "reprobati": il quale significa "essere stati rigettati come indegni", essente un participio passato plurale del verbo Latino "reprobare", "riprovare" in Italiano.
Il dogmatico Concilio di Firenze, nella sua bolla solenne "Cantate Domino" del 1442, utilizza il medesimo verbo Latino, "reprobare", "riprovare" in Italiano, per insegnare esattamente l'opposto di ciò che insegna il Vaticano II. Firenze impiega la forma "reprobat", la quale significa "riprova", per dichiarare che la Chiesa Cattolica rigetta di fatto tutte le genti, compresi gli Ebrei, pensanti il contrario rispetto ai suoi insegnamenti. La dichiarazione del Concilio di Firenze, per cui la Chiesa Cattolica rigetta tutti coloro i quali pensano in maniera contraria ai suoi insegnamenti, fa seguito a delle numerose dichiarazioni dogmatiche a proposito di Gesù Cristo e della Santissima Trinità. Laonde, nel contesto, Firenze fa referenza a coloro i quali negano delle verità Cattoliche a proposito di Gesù Cristo e della Santissima Trinità. Il Concilio di Firenze ha, inoltre, definito dogmaticamente che la Chiesa Cattolica rigetta tali persone. È, pertanto, un dogma stabilito, dalla Sacra Scrittura e dalla Sacra Tradizione, che gli Ebrei non accettanti il Cristo sono rigettati da Dio e dalla Sua Chiesa. Gli Ebrei debbono essere convertiti acciocché siano accettati da Dio e siano da Lui salvati.
Nella medesima bolla solenne "Cantate Domino", il Concilio di Firenze dichiara che di tutti coloro morenti Ebrei tutti vanno all'Inferno - e che è un peccato mortale praticare l'Ebraismo ed osservare la Legge Mosaica a seguito della promulgazione del Santo Vangelo. Dall'insegnamento Cattolico in poi, non v'è dubbio alcuno per cui ove gli Ebrei non si convertissero al Cristo ed alla Sua Chiesa essi sarebbero rigettati da Dio. Pertanto, il Vaticano II insegna esattamente il contrario, impiegando il medesimo verbo Latino, del Concilio di Firenze. Il contrasto sconvolgente tra l'insegnamento del Vaticano II e l'insegnamento Cattolico è ancor più visibile nella seguente dichiarazione di Sant'Ambrogio, sermone 37, "Le 2 navi" - si rimarchi il suo utilizzo del verbo riprovare: "La mancanza di Fede della Sinagoga è un insulto rivolto al Salvatore. Dunque, il Cristo scelse la barca di Pietro e disertò quella di Mosè; ossia, Egli riprovò la Sinagoga infedele ed adottò la Chiesa dei credenti.".
Non è un segreto per alcuno che l'insegnamento del Vaticano II sugli Ebrei è nuovo e rivoluzionario. "Nostra Aetate", paragrafo 4, è stato citato ad innumerevoli riprese da capi dell'Ebraismo e dalle più alte autorità della setta del Vaticano II come un documento storico, avente, per così dire, cambiato "le relazioni della Chiesa Cattolica con gli Ebrei". A seguito della promulgazione di "Nostra Aetate", gli Antipapi del Vaticano II hanno promulgato la falsa religione Ebraica mediante numerosissime dichiarazioni ed azioni. Le azioni e le dichiarazioni per cui gli Antipapi del Vaticano II hanno approvato l'Ebraismo sono state talmente numerose che ve ne sono state letteralmente centinaia - e noi non possiamo fare altro che riassumerle. I nostri libri ed i nostri siti di rete contengono una documentazione abbondante rispetto a tale tema, munita di citazioni e referenze.
Fondandosi sull'insegnamento del Vaticano II concernente gli Ebrei, gli Antipapi del Vaticano II hanno insegnato, a diversissime riprese, l'eresia per cui la Vecchia Alleanza non fu stata revocata da Dio - e che gli Ebrei, malgrado il loro rigetto del Cristo, detengono un'alleanza irrevocabile con Dio. Si legga, ad esempio, il messaggio di Giovanni Paolo II alla comunità Ebraica di Magonza del 17/11/1980, oppure quello al Gran Rabbino di Roma del 23/05/2004, o sennò rispetto all'incontro del 1997 riguardante le origini dell'antisemitismo, durante il quale egli dichiarò: "Questo popolo continua nonostante tutto ad essere il popolo dell'Alleanza.". Ciò è eresia.
Come insegnò Papa Pio XII nella sua enciclica "Mystici Corporis", del 29/06/1943: "Il Nuovo Testamento prese il posto della Vecchia Legge la quale fu stata abolita. Gesù rese nulla la Vecchia Legge assieme ai suoi decreti (Efesini 2:15). Ad un punto tale, quindi, dice San Leone Magno, parlando della Croce di nostro Signore, fu effettuato un trasferimento dalla Legge al Vangelo, dalla Sinagoga alla Chiesa, dai molti sacrifici all'unica Vittima, che, mentre nostro Signore spirava, quel velo mistico che chiudeva la parte più interna del tempio ed il suo sacro segreto fu distaccato violentemente dall'alto al basso. Sulla Croce, dunque, la Vecchia Legge morì, presto da essere seppellita ed essere portatrice di morte."
Per ben illustrare che il Vaticano II considera che gli Ebrei non debbono essere considerati come rigettati, gli Antipapi del Vaticano II hanno mostrato della stima per la religione Ebraica, malgrado essa rigetti e rigetta il Cristo e la Santissima Trinità. Ciò è apostasia. Essi hanno incoraggiato i rabbini nelle loro "missioni"; essi hanno dedicato giornate agli Ebrei per renderli omaggio; essi hanno ripetuto a svariate riprese che gli Ebrei possono essere salvati senza credere al Cristo. Giovanni Paolo II commemorò persino il centenario della sinagoga di Roma.
Gli Antipapi del Vaticano II hanno parimenti nominato vescovi degli uomini i quali hanno insegnato che la Chiesa Cattolica non cerca la conversione degli Ebrei, bensì che essa ha rivisto il suo insegnamento rispetto a loro durante il Vaticano II. Gli Antipapi del Vaticano II hanno citato a numerose riprese "Nostra Aetate" come il fondamento della loro nuova attitudine verso gli Ebrei a seguito del Vaticano II. Essi hanno autorizzato il culto e la preghiera Ebraica nel Vaticano e nelle cosiddette chiese Cattoliche, ossia: ciò che la Chiesa Cattolica ebbe sempre interdetto sotto pena di peccato gravissimo. Essi si sono resi numerosissime volte in sinagoga, prendendo parte in maniere più che attive alle cerimonie Ebraiche. Ciò è apostasia.
Nel 2005, quando Benedetto XVI prese parte ad una cerimonia Ebraica nella sinagoga di Colonia, in Germania, egli menzionò "Nostra Aetate" ed il suo insegnamento riguardante gli Ebrei. Quando Giovanni Paolo II si rese presso una sinagoga nel 1986, egli inclinò il capo mentre gli Ebrei pregavano per la venuta del "Messia". Negli anni che seguirono il Concilio Vaticano II, gli Antipapi approvarono e pubblicarono parimenti libri insegnanti che gli Ebrei non debbono considerare Gesù come il Messia profetizzato - e che una lettura delle Scritture rigetta quella valida per cui Gesù è e fu il Messia, il Figlio di Dio, il Verbo Eterno Incarnato. I "vescovi" Statunitensi, hanno seguito l'esempio degli Antipapi, pubblicando una dichiarazione rigettante la necessità di convertirsi per gli Ebrei.
Gli Antipapi del Vaticano II hanno ugualmente approvato le dichiarazioni dei capi religiosi Ebraici: come i rabbini Davide Rosen ed Alano Solow, i quali si rivolsero entrambi a Benedetto XVI. Tali uomini dichiararono, fondandosi su "Nostra Aetate", che la Chiesa Cattolica non cerca più la conversione degli Ebrei e che l'Alleanza degli Ebrei con Dio è eterna. Il 30/10/2008 il rabbino Davide Rosen, del Comitato Internazionale Ebraico, si rivolse a Benedetto XVI. Citando "Nostra Aetate", egli ringraziò Benedetto XVI ed il "cardinale" Kasper poiché la Chiesa Cattolica non si sforzava più a convertire gli Ebrei. Il messaggio di Rosen a Benedetto XVI fu, dipoi, nel giornale del Vaticano.
Il 12/11/2009, Alano Solow, presidente della Conferenza dei presidenti delle grandi organizzazioni Ebraiche Americane, dichiarò direttamente a Benedetto XVI: "Come confermato da Nostra Aetate: l'alleanza tra Dio ed il popolo Ebraico è eterna.". Benedetto XVI lo ringraziò per i suoi commenti, i quali furono pubblicati nel giornale del Vaticano. Per mettere in atto i nuovi insegnamenti del Vaticano II, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nominarono Gualtiero Kasper presidente della commissione delle relazioni con gli Ebrei. Kasper dichiarò apertamente che gli Ebrei sono salvi senza la Fede nel Cristo e che la dichiarazione del Vaticano II, "Nostra Aetate", marcò l'abbandono dell'insegnamento Cattolico tradizionale, per cui la Vecchia Alleanza fu sostituita dalla Nuova.
Antipapa Francesco ha commesso un numero incalcolabile di atti di apostasia con gli Ebrei; egli ha partecipato numerosissime volte a delle cerimonie religiose Ebraiche, aiutando anche ad organizzarle. Egli insegna che gli Ebrei detengono un'alleanza valida con Dio e che essi sono stati liberati dal male. Francesco ha apertamente rigettato a numerosissime riprese il fatto di sforzarsi a convertire gli Ebrei al Cattolicesimo. Egli ha anche assicurato al suo buon amico il rabbino Abramo Skorka che la Chiesa Cattolica non può impegnarsi nel proselitismo verso gli Ebrei. Per tale ragione, egli ha nominato il cardinale Corrado Koch come presidente del consiglio pontificale per le relazioni religiose con gli Ebrei. Nel 2013, Koch ha condannato apertamente l'idea per cui la Chiesa Cattolica abbia come missione la conversione degli Ebrei. Non v'è dubbio alcuno, quindi: gli insegnamenti della setta del Vaticano II, provenienti direttamente da Nostrae Aetate paragrafo 4, sono Anticristo. Si tratta, assente contestazione alcuna, di un'eresia e di un rigetto integrale del Cristo stesso e del dogma Cattolico.
È interessante osservare che il verbo Latino "reprobare", cui fu utilizzato dai Concili di Firenze e Vaticano II per 2 insegnamenti totalmente distinti rispetto agli Ebrei, è l'origine etimologica del verbo Italiano "riprovare". Nel senso stretto dell'insegnamento dogmatico, un riprovato è una persona trovantesi fuori dallo stato di grazia. Un riprovato è, quindi, una persona che Dio ha castigato. Un riprovato non detiene il diritto alla presenza, ai favori od alla salvezza di Dio, in quanto avente causato credenze od azioni malefiche. Dio riprova, Egli rigetta, reproba tale persona. La gente morente in stato di riprovazione finisce evidentissimamente all'Inferno, pertanto, i riprovati ancora in vita potrebbero cessare di essere tali mediante una veritiera conversione. Ma qualora essi non si convertissero essi resterebbero in stato di dannazione.
Laonde, quando il Vaticano II dichiara che gli Ebrei, malgrado non accettanti Cristo e la Sua Chiesa, non debbono essere considerati come "reprobati" vuole intendere che essi non sono riprovati. Il Vaticano II dichiara, quindi, formalmente che gli Ebrei possono essere salvati e che essi non debbono essere considerati come essenti in un stato di riprovazione o di dannazione, anche laddove rigettanti il Santo Vangelo. Si tratta di un'eresia flagrante. Tutti tali fatti dimostrano che l'insegnamento del Vaticano II concernente gli Ebrei in "Nostra Aetate" paragrafo 4 è contrario agli insegnamenti di Gesù Cristo, della Tradizione Cattolica, dei dogmi Cattolici e di tutti gli autentici Papi.