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Perché Francesco non è Papa
La Chiesa Cattolica insegna le seguenti verità.
1. Le persone battezzate in dissenso con l'insegnamento autoritativo della Chiesa Cattolica sono eretici. Per via di tale dissenso gli eretici sono scomunicati automaticamente da essa. Come conseguenza della loro espulsione automatica dalla Chiesa Cattolica gli eretici sono impossibilitati dal detenere qualunque funzione al di dentro di essa, Papato incluso, in quanto essi non sono membri della medesima.
2. L'insegnamento autoritativo del Magistero della Chiesa Cattolica è infallibile. Come conseguenza, il Magistero è impossibilitato dal promulgare e favoreggiare autoritativamente false dottrine.
In luce dell'attuale situazione della Chiesa Cattolica, ridotta ad un magro numero di fedeli fuori dalle strutture Vaticane, usurpate dall'Anti-Chiesa Cattolica targata Concilio Vaticano II, le conclusioni derivanti da tali 2 verità sono le seguenti.
1. Giacché Giorgio Bergoglio detto Francesco, l'uomo attualmente considerato da molti come il Papa Cattolico, rigetta chiaramente numerosissimi insegnamenti Cattolici, favoreggiando l'indifferentismo religioso, egli è un eretico non potente detenere la funzione Papale, in quanto nemmeno membro della Chiesa Cattolica.
2. Giacché Francesco presiede su di un corpo aderente ai falsi insegnamenti del Concilio Vaticano II, considerando cotali insegnamenti autoritativi, egli, di fatto, non può sfruttare l'autorità di insegnamento infallibile del Magistero Cattolico. Egli non è, dunque, un Papa e la Sedia di San Pietro è vacante.
Entrambe le suddette verità, ossia, l'insegnamento della Chiesa sugli eretici e circa l'infallibilità del Magistero, dimostrano che Francesco non è il Papa, bensì un antipapa eretico ed acattolico. Entrambi tali asserzioni sono inconfutabili e definitive. Esse sono state sostanziate mediante del tremendo dettaglio e tramite documentazioni abbondantissime.
Ciò malgrado, ecco un'altra logica raggiungente la medesima conclusione, forse anche più semplicemente e direttamente, entrante neanche in una discussione dei principi, dei fatti o degli argomenti teologici dimostranti la verità per la quale Bergoglio è un eretico, donde occorre considerarlo come tale e per cui l'eretica setta del Vaticano II si è appellata senza successo all'autorità infallibile del Magistero Cattolico per imporre le sue false dottrine.
Tale terza argomentazione, raggiungente la medesima conclusione assenti cotali controparti, concerne meramente il riconoscimento dell'insegnamento della Chiesa Cattolica circa la professione della vera Fede in rapporto al contenuto della professione di fede di Francesco. Nella sua enciclica del 1943, Mystici corporis Christi, Papa Pio XII insegnò ciò che segue.
Papa Pio XII, Mystici corporis Christi, 29/06/1943: "Effettivamente, solamente coloro aventi ricevuto il lavacro della rigenerazione e professanti la vera Fede debbono essere inclusi come membri della Chiesa… "
È l'insegnamento della Chiesa Cattolica quello per il quale è possibile considerare membri della Chiesa Cattolica solamente coloro aventi ricevuto il lavacro della rigenerazione, il Santo Battesimo d'acqua, e professanti la vera Fede. Si consideri ciò attentamente. Qualora qualcuno non professasse la vera Fede egli non sarebbe considerato membro della Chiesa Cattolica. Nella versione Latina di Mystici corporis Christi la parola utilizzata per professare è profitentur. Profitentur è la terza persona singolare della voce del verbo profiteor, significante professare, dichiarare pubblicamente, confessare apertamente. Il verbo si riferisce a ciò che è affermato, esposto od accreditato all'aperto. Per essere considerati membri della Chiesa occorre affermare pubblicamente, occorre esibire e dichiarare la vera Fede. Nella versione Latina di Mystici corporis Christi le parole per "vera Fede" sono "veram Fidem".
Pertanto, la semplice domanda è: professa, afferma, esibisce Francesco la vera Fede? Nel considerare la domanda occorre rimembrare che per essere considerati membri della Chiesa non si può semplicemente auto-definirsi Cattolici professando ed esibendo una falsa fede. Vi sono numerosi conglomerati scismatici esigenti l'appellativo Cattolici. L'auto-dichiarazione è irrilevante in tale contesto. Ciò che importa è che di modo da essere considerati parte della Chiesa la fede professata deve essere la vera Fede, veram Fidem. Prima di rispondere alla domanda circa l'eventualità per cui Francesco professi ed esibisca la vera Fede, si noti che il medesimo verbo Latino profiteor, utilizzato da Papa Pio XII in Mystici corporis Christi, venne anche usato da Papa Eugenio IV durante il Concilio di Firenze. Nella solenne bolla dogmatica Cantate Domino, 1441, Papa Eugenio IV dichiara:
"La Santa Romana Chiesa crede, professa [profitetur] e predica fermamente che: chiunque si trovi al di fuori della Chiesa Cattolica, non già i pagani ma anche gli Ebrei, gli eretici o gli scismatici, potrà giammai ottener la vita eterna, egli finirà bensì nel fuoco infernale preparato per il Diavolo e per i suoi angeli a meno che si riunisca al gregge prima della fine della vita sua; e che l'unità di tal corpo ecclesiastico è talmente importante che solamente per coloro i quali rimarranno dentro essa saranno i suoi Sacramenti di beneficio per la loro salvezza ed altri atti di pietà e di carità, come il digiuno ed elemosina, producenti ricompensa eterna; e che nessuno, per quanto egli abbia elemosinato, anche se egli abbia persino asperso sangue nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, potrà essere salvato, a meno che rimanga nel petto e nell'unità della Chiesa Cattolica.".
Nel definire tale punto circa la vera Fede cotale concilio utilizzò profitetur, la terza persona singolare dello stesso verbo, profiteor, utilizzato da Pio XII. Laonde, la professione della vera Fede circa la salvezza è la seguente.
1.Tutti coloro morenti al di fuori della Chiesa Cattolica non sono salvati.
2. È talmente necessario ed importante appartenere alla Chiesa Cattolica che le pratiche spirituali sono produttive per la salvezza solamente per coloro al di dentro di essa.
3. È talmente necessario entrare nella Chiesa Cattolica che per quanto si asperga sangue nel nome di Cristo non ci si salverebbe ove non membri di essa.
Qualora alcuno professasse, affermasse od esibisse una posizione contraria a tale verità concernente la dottrina della salvezza egli non professerebbe la vera Fede. Egli professerebbe una fede falsa ed acattolica. Ciò è precisamente il motivo per cui Papa Leone XIII in Satis cognitum, 29/06/1896 dichiara: "Non sarebbe da considerare come detenente [professante] la vera Fede Cattolica ove non insegnasse che la Fede di Roma deve essere detenuta".
Inoltre, il Concilio di Firenze definì dogma la realtà donde l'osservazione della Legge Mosaica appresso la promulgazione del Vangelo è peccato mortale. Ciò facendo suddetto concilio utilizzò nuovamente la medesima parola, profitetur, professa, proveniente dallo stesso verbo, profiteor. Sicché, professare la vera Fede con riguardo al Giudaismo significa affermare, dichiarare ed esibire che l'osservanza della Legge Mosaica è condannata, che è mortalmente peccaminosa ed incompatibile con la salvezza. Se alcuno professasse una posizione differente circa i Giudaici e le loro pratiche religiose egli non professerebbe la vera Fede. Egli professerebbe una fede falsa ed acattolica.
Dunque, la domanda è: professa Francesco la vera Fede? Ovviamente, la risposta, per qualunque persona onesta, è un ridondante e demolente no. In poco più di un anno Francesco ha pubblicamente ripudiato la necessità di conversione alla Fede Cattolica per i non-Cattolici 10 separate volte circa. Egli lo ha fatto enfaticamente 3 volte durante un discorso del 07/08/2013. Gli fu rivolta la domanda: "Necessiti tu di convincere gli altri a divenire Cattolici?", alla quale egli rispose: "No, no, no!". È indisputabile, Francesco non professa la vera Fede, egli professa, esibisce ed afferma una fede falsa e non-Cattolica.
Nella sua intervista con Eugenio Scalfari Bergoglio denunciò ripetutamente la conversione dei non-Cattolici alla vera Fede. Egli affermò esplicitamente che aveva ed avrebbe avuto nessuna intenzione di convertire quell'ateo. Egli ha assicurato il suo buon compare Abramo Skorka che la Chiesa Cattolica non può imbarcarsi nell'evangelizzazione degli Ebrei e degli altri non-Cattolici. Nella sua intervista con Antonio Spadaro egli affermò che la strada per l'unità con i cosiddetti Ortodossi non sarebbe stata la loro conversione bensì la loro permanenza nel non-Cattolicesimo. In un'intervista del 14/12/2013 con il quotidiano La Stampa Francesco ha insegnato che esistono dei martiri e dei santi acattolici e che egli aveva persino favoreggiato l'idea di canonizzare un ministro Luterano.
Egli ha insegnato che gli atei e gli altri acattolici si possono salvare senza la Fede, seguendo il bene della loro coscienza. Nella sua sconvolgente esortazione apostolica Evangelii gaudium, la quale, fra l'altro, Francesco ha indirizzato alla Chiesa Universale, identificandola come documento caratterizzante il Magistero Universale, al punto 51, egli professa la sua posizione per cui gli Ebrei detengono ancora una valida alleanza con Dio, punto 247. Egli professa che è ammirabile l'abominio per cui i Maomettani partecipino ai servizi religiosi ed alle preghiere del loro falso credo, punto 252. Egli professa che i non-Cristiani sono giustificati mediante la grazia di Dio, punto 254, in diretto contrasto alla professione di Fede Cattolica ed al dogma Cattolico per il quale solamente i Cristiani, ossia, coloro detenenti la Fede Cattolica, possono essere giustificati.
Al punto 254 di tale documento Bergoglio discute anche dei riti, dei segni e delle espressioni non-Cattolici e non-Cattoliche, in altre parole, delle false credenze e delle malefiche pratiche delle religioni acattoliche e pagane, come l'operato di Dio e come cose che lo Spirito Santo alleva. Ciò, ovviamente, è direttamente opposto alla professione di Fede Cattolica donde le religioni false ed acattoliche sono il prodotto degli spiriti malvagi. Francesco ha dunque bestemmiato contro lo Spirito Santo, senza perdono. Al punto 255 Francesco professa che la libertà religiosa, donde ciascuno detiene il diritto alla promozione pubblica di qualunque visione religiosa, è da considerare un diritto fondamentale, totalmente agli antipodi della professione di Fede Cattolica circa la libertà religiosa. Giorgio Bergoglio, Antipapa Francesco, non professa la vera Fede. Egli professa una fede falsa ed acattolica. Si potrebbero offrire moltissimi altri esempi, avanti ed appresso la sua invalida elezione. Si miri la pellicola nostra a riguardo.
In aggiunta, si rimembri che una professione di fede può essere operata non solamente tramite le parole, come tutte quelle di Francesco appena citate, bensì anche mediante le opere.
San Tommaso Aquino, Summa Teologica, Parti 1-2, questione 103, articolo 4: "Ora, l'uomo può manifestare la sua fede interiore mediante le sue opere e le sue parole. In entrambi i casi, ove egli esprimesse cosa falsa egli peccherebbe mortalmente."
Circa la professione Bergoglina nelle opere, egli prende parte alle condannate funzioni Ebraiche, in opposizione all'insegnamento Cattolico. Egli sfrutta la sua spuria autorità per organizzare pasti coscer ed altri aspetti della condannata adorazione Giudaica, cosicché gli Ebrei osservino la Legge Mosaica, in contrasto con la professione della vera Fede. Durante uno di tali incontri nel Gennaio del 2014 Francesco ospitò le guide Ebree Argentine per un pranzo coscer e per una preghiera congiunta. Assieme, l'Antipapa Francesco e le guide Giudaiche hanno intonato Salmi 133:1 in Ebraico, dettante: "Ecco, quant'è buono, e quant'è piacevole, Che fratelli dimorino insieme!". Francesco, quindi, professa, in parole ed opere, che gli Ebrei rigettanti Dio Figlio posseggono un'unione con Dio Padre. La professione di vera Fede è precisamente l'opposto: nessuno rigettante il Figliolo possiede salvezza od unità con il Padre.
1 Giovanni 2:23: "Chiunque nega il Figliuolo, né anche ha il Padre; chi confessa il Figliuolo, ha ancora il Padre."
Laonde, la risposta alla posta domanda, professa Francesco la vera Fede, non potrebbe essere più chiara. È un fatto donde Francesco non professa, non afferma e non esibisce la vera Fede, egli ne dichiara invece una falsa ed acattolica. Secondo l'insegnamento Cattolico, dunque, egli non può essere annoverato fra i membri della Chiesa Cattolica, poiché solamente coloro i quali sono battezzati e professano la vera Fede debbono essere considerati membri della Chiesa Cattolica, come prima discusso.
Il significato e la possanza di tale argomento dovrebbero bene apparire. Essi dimostrano che Francesco non può essere considerato membro della Chiesa Cattolica, imbattendosi nemmeno in una discussione circa la sua personale colpa d'eresia. Non occorre ivi andare, malgrado ci si arrivi assai velocemente. Si può, quindi, dimostrare che Francesco non deve essere considerato un membro della Chiesa Cattolica basandosi su di un semplice riconoscimento ed osservazione del contenuto della sua esterna professione di fede.
Ovviamente, il fatto donde Francesco non professa la vera Fede, bensì una falsa controparte, è collegato all'ipotesi che egli sia un eretico. Infatti, la ragione per la quale egli non professa la vera Fede è esattamente perocché egli è un eretico ed un apostata. Una realtà dimostrabile e già dimostrata assente dubbio alcuno. Tuttavia, non è necessario avventurarsi in quel territorio, quello dell'ove egli fosse un eretico, per dimostrare che egli non è considerabile come membro della Chiesa Cattolica. Il punto è dimostrato mediante una semplice osservazione del contenuto della sua esterna professione di fede raffrontata alla considerazione del contenuto della professione della vera Fede.
Infatti, svariati falsi tradizionalisti, denigranti la nuova religione targata Vaticano II ed i suoi nuovi insegnamenti però accettanti Francesco come Papa, operano tale raffronto. Essi notano la contraddizione tra la religione pre-Vaticano II e quella post sui temi della Fede. Essi comparano il nuovo insegnamento sui temi della Fede con il precedente, lamentandosi della sua discontinuità. Essi, tuttavia, falliscono nel giungere alla conclusione necessitata dall'insegnamento Cattolico allorché confrontato con 2 professioni di fede distinte nel foro esterno. Qualcuno professante una falsa fede non può essere considerato membro della vera Chiesa assieme a coloro professanti la vera Fede.
Considerare colui professante una falsa fede membro della vera Chiesa assieme a coloro professanti quella vera è eresia. Essa rinnega l'unità della Chiesa, uno dei segni di essa, una protezione, anzi, una promessa, sovrannaturale donataci da Gesu-Cristo Medesimo. Perocché il sostenere che colui professante una falsa fede, come Bergoglio, è da considerare membro della vera Chiesa o contraddice la verità donde tutti i membri della Chiesa detengono la stessa Fede o uguaglia la professione della vera Fede, per cui gli acattolici debbono entrare nella Chiesa Cattolica, con la professione di quella falsa, per la quale, come secondo Francesco, gli acattolici non debbono entrare nella Chiesa Cattolica.
Inoltre, una volta chiarito che Francesco non può essere annoverato fra i membri della Chiesa il dibattito circa la sua papabilità terminerebbe. Si regge tutto sulla sua considerazione come membro della Chiesa Cattolica, poiché, contrariamente a ciò riportato dalle fuorvianti e disoneste pubblicazioni dei falsi tradizionalisti, Tesi Cassiciacum in primis, la questione circa la detenzione del Papato da parte di un uomo al di fuori della Chiesa non è un caso aperto. È una questione chiusa ed archiviata. Come insegnato da Papa Leone XIII in Satis Cognitum: "Nessuno, dunque, a meno che in comunione con Pietro, può partecipare alla sua autorità, perocché è assurdo immaginare che colui al di fuori comandi nella Chiesa."
È assurdo sostenere che qualcuno al di fuori della Chiesa comandi dentro la Chiesa. È, quindi, certo che chiunque sia al di fuori della Chiesa Cattolica non può essere Papa, in quanto il Papato è un ufficio che per legge Divina coinvolge il potere del comando. La verità per la quale colui al di fuori della Chiesa, un eretico, non può essere Papa è ulteriormente confermata dal dogma donde un Papa è il visibile capo della Chiesa e non si può essere il capo della Chiesa non essendone membri.
I falsi tradizionalisti insegnanti ostinatamente che qualcuno al di fuori della Chiesa, un eretico, può essere considerato Papa promuovono l'assurdo, il condannato ed il contrario dell'esplicito insegnamento del Magistero. Sicché, la stessa osservazione per cui Francesco professa una falsa fede termina il dibattito circa la sua papabilità, egli non è il Papa. Tale osservazione applicasi anche ai passati antipapi della setta del Vaticano II, ovviamente. Anche essi professavano delle false fedi. Essa applicherebbesi a chiunque favoreggiasse e promuovesse il falso ecumenismo. Come insegnato da Mortalium animos di Papa Pio XI, promuovere il falso ecumenismo è promuovere una falsa fede. Pertanto, chiunque promuovesse il falso ecumenismo non sarebbe considerabile membro della Chiesa, giacché tale persona non professerebbe la vera Fede.
Le conseguenze di tali fatti sono profonde. Esse dimostrano che il riconoscimento medesimo di Francesco come Papa equivale al riconoscere la sua fede come autentica. Considerasi ciò attentamente. Per quanto i falsi tradizionalisti si lamentino circa tale conclusione non vi è via di uscita, poiché Francesco non commette semplicemente degli errori teologici durante la sua professione di fede, no, egli professa apertamente una falsa fede su tematiche d'insegnamento Cattolico e di basica professione di vera Fede. Sicché, il riconoscimento stesso di Francesco come Papa è un'affermazione per cui la fede da lui professata è vera.
Ciò significa che tutti coloro consideranti ostinatamente Francesco come il Papa compiono necessariamente ciò che segue. Essi professano che il rigetto della conversione degli acattolici, il rigetto della conversione degli Ebrei, il rigetto della conversione degli atei ed il rigetto della conversione degli scismatici è la vera Fede. Essi professano che la promozione del falso ecumenismo è la vera Fede. Essi professano che l'insegnamento donde i Protestanti e gli scismatici, rigettanti il Papato ed altri dogmi Cattolici, sono nella Chiesa di Cristo è la vera Fede. Essi professano che il favoreggiamento degli acattolici come martiri e santi è la vera Fede. Essi professano che appoggiare la canonizzazione di un Luterano è la vera Fede. Essi professano che la promozione pubblica della libertà religiosa come diritto umano fondamentale, secondo il quale le false religioni non possono essere soppresse nella loro manifestazione pubblica, è la vera Fede. Essi professano che l'insegnamento donde gli acattolici sono giustificati mediante la grazia di Dio senza la Fede Cattolica è la vera Fede. Essi professano che la promozione delle preghiere Maomettane e la definizione dei loro servizi come ammirevoli è la vera Fede. Essi professano che la considerazione dei riti e delle credenze delle religioni acattoliche come l'operato dello Spirito Santo è la vera Fede. Essi professano che l'insegnamento per il quale gli Ebrei abbiano il Padre rigettando il Figliolo è la vera Fede.
Non vi è alternativa, poiché qualora essi dicessero che la fede professata da Francesco è falsa essi affermerebbero che egli non è Papa, in quanto chiunque professante una falsa fede non può essere considerato Papa. Sicché, asserendo che egli è Papa essi affermerebbero che la sua professione di fede è veritiera e ciò è niente meno che diabolico. Ecco perché la questione è così seria. È imperativo che la gente rigetti Francesco, che lo denunci come un antipapa eretico ed acattolico, poiché fallendo nel fare ciò si precipiterebbe nell'accettazione dell'eresia e, quindi, dell'apostasia, nella confusione di una falsa fede con la vera Fede.