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Refutazione degli "Ortodossi" dell'Est
Gesù Cristo consegnò le chiavi del Regno del Cielo a San Pietro, Matteo 16, conferendogli giurisdizione sul gregge Suo, Giovanni 21:15-17. San Pietro fu il Vescovo di Roma. I seguaci del Vescovo di Roma, nonché membri della Chiesa Universale in Roma, Italia, eleggevano il suo successore; il Vescovo di Roma medesimo nominava altrimenti il suo successore, e come Vescovo di Roma e come capo della Chiesa Universale. Tale processo continuò attraverso le epoche: dacché il Papa possiede autorità suprema presso la Chiesa Universale del Cristo, Matteo 16, egli era in grado di cambiare il processo di elezione a sua discrezione, istituendo verbigrazia un collegio cardinalizio. Tutti gli individui non così eletti - vedi un eletto appresso la selezione del Vescovo di Roma secondo la descritta tradizione, un nominato da una fonte esterna, quale l'imperatore, appresso la selezione del Papa od un non-membro della comunità, quale un eretico manifesto - non sarebbero dei veri Papi, bensì logicamente degli Antipapi. Ancorché durante i più difficili periodi di storia Ecclesiastica, come il Grande Scisma Occidentale, l'accertamento dei fatti alfine di applicare correttamente tali principii fosse arduo abbastanza da causare degli errori presso certuni individui, tale logico assetto è veridico per tutta la storia, avente permesso alle persone di distinguere i veri Papi dagli Antipapi.
Si è dunque descritto il consistente e logico assetto di successione dell'autorità conferita da Gesù Cristo a San Pietro presso i Papi attraverso le epoche. Ciò mostra che la Fede Cattolica è consistente. L'autorità conferita a San Pietro ed ai suoi successori è la copertura dei concili dogmatici, nonché quell'autorità anatemizzante coloro cui negano la docenza dei concili dogmatici.
L'ILLOGICITÀ AL CUORE DELLA "ORTODOSSIA" DELL'EST
Al medesimo tempo, la "Ortodossia" dell'Est, giacché rigettante la suprema autorità del Vescovo di Roma, considerando tutti i vescovi uguali, può neppure avanzare un assetto o criterio onde logicamente distinguere quei concili da essa reputati dogmatici e vincolanti da quelli da essa reputati falsi ed eretici. Come di già illustrato, il Concilio di Efeso II, l'eretico concilio monofisitico del 449 DC, deteneva quasi lo stesso esatto numero di vescovi del Concilio di Costantinopoli I, 150 vescovi. La "Ortodossia" dell'Est affermerebbe l'uopo di accettare il Concilio di Costantinopoli I sotto pena di eresia, rigettando Efeso II. Tuttavolta, nell'applicare i principii della "Ortodossia" dell'Est i 2 concili sarebbero sul medesimo livello, entrambi coperti dall'autorità degli episcopi pari. A meno che esista un vescovo supremo di modo da rendere un concilio vincolante, affermare che un concilio è definitamente dogmatico e che un altro munito dello stesso numero di vescovi è definitamente eretico è una farsa. Pari contro pari finisce in pareggio.
In aggiunta, attesoché il Cristo comunicò la Sua permanenza presso la Sua Chiesa Universale tutti i giorni sino alla fine del mondo, Matteo 28, perché avrebbe la Chiesa Cattolica smesso improvvisamente di avere concili nel 787 DC? Gli "Ortodossi" dell'Est operano l'asserzione per cui la Chiesa Universale non accetta i molti altri concili ecumenici tenutisi dopo il 787 DC, nonostante i medesimi siano stati muniti di più vescovi di quei concili i quali gli "Ortodossi" dell'Est riconoscono: non colpisce tale asserzione come un poco ridicola? Che dire del Concilio di Firenze, 1438-1442, il quale testimoniò alla riunione dell'Est alla Chiesa Cattolica allorché Giuseppe sedicente Patriarca di Costantinopoli accettò il primato del Vescovo di Roma, il concilio medesimo ed il suo insegnamento contro tutti coloro cui lo avrebbero negato? Come potrebbesi unque logicamente affermare che il Concilio di Firenze non fu accettato dalla Chiesa Universale mentre altri lo furono? Quali sono i criteri? Lo si è domandato a molti "Ortodossi" dell'Est e si è ricevuta nessuna risposta, non possedendola. Qualunque criterio essi scegliessero come giustificazione dell'accettazione di un concilio come dogmatico e del rigetto di un altro come non dogmatico li verrebbe usato contro alfine di dimostrare che esattamente in base ad esso essi dovrebbero accettare quei concili Cattolici tenuti dalla Chiesa Universale in Roma da loro rigettati.
La "Ortodossia" dell'Est non può logicamente sostenere che concilio alcuno sia dogmatico o vincolate, come afferrabile a fronte di un'onesta e profonda riflessione sulla tematica. Nella "Ortodossia" dell'Est esiste niente eccetto la parola dei vescovi in sostengo degli anatemi del Concilio di Efeso o di quale altro concilio. Attesoché la Chiesa Universale abbia parlato durante il Concilio di Costantinopoli I, pronunciandosi autoritativamente sulla Fede Universale, perciocché 150 vescovi vi parteciparono allora la medesima avrebbe parlato anche durante molti falsi concili dal simile numero di vescovi del periodo Ecclesiastico antico. È di conseguenza ineludibile che secondo la posizione della "Ortodossia" dell'Est la Chiesa Universale del Cristo defezionò, ossia, cadde ufficialmente in errore, molte volte durante i vari falsi concili. Ciò contraddice le promesse del Cristo per cui i cancelli dell'Inferno non sarebbero prevalsi e per cui Iddio sarebbe sempre rimasto con la Sua Chiesa Universale, Matteo 16. La "Ortodossia" dell'Est è una farsa esibente illogicità, rigettante il chiaro insegnamento della Sacra Scrittura e dei padri Ecclesiastici sul primato Papale e veramente causante la miscredenza in qualsivoglia dogma Universale da parte di coloro cui la accettano: è per ciò che Papa Leone XIII affermò che coloro rigettanti un dogma Cattolico rigettano tutta la Fede Cattolica. Il fatto per cui la "Ortodossia" dell'Est non crede realmente in concilio dogmatico alcuno, non potendolo fare, siccome mostrato, è il probabile motivo per il quale essa è così accattivante agli occhi di molti: essa fornisce la comodità del Protestantesimo, ma ancora l'apparenza di un'antica tradizione, nonché sensazione di pietà liturgica ed illusione di autorità gerarchica.
Fra l'altro, si dovrebbe concordare sul fatto che la setta del Vaticano II è quantomeno una massiccia manifestazione del male, una diabolica contro Chiesa Cattolica. Ebbene, la setta del Vaticano II ama la "Ortodossia" dell'Est. Ciò dovrebbe allertare: se la "Ortodossia" dell'Est fosse veridica gli Antipapi della setta del Vaticano II la odierebbero. Gli Antipapi della setta del Vaticano II, la cui missione diabolica è l'abbracciare tutte le maggiori trasgressioni perpetrate nei confronti della verità Divina nel corso della storia, quali l'Ebraismo, le false religioni pagane, la falsa religione Maomettana, le sette eretiche e lo Scisma Orientale, tendono la mano e desiderano unirsi alla "Ortodossia" dell'Est, oltreché al Protestantesimo e così via, per il fatto che il Diavolo conosce la verità donde la "Ortodossia" dell'Est fu uno dei maggiori movimenti di rigetto della verità Divina, mediante il quale egli ha ingannato milioni di anime.
Non si detiene il tempo di fronteggiare altre domande al presente, né conoscesi se lo si vuole ritagliare, per il semplice fatto che coloro non convinti da tali ovvi punti circa la natura illogica della "Ortodossia" dell'Est, oltreché dalla chiara rilevante docenza della Sacra Scrittura, saranno purtroppo probabilmente convinti da nessuna prova. Si raccomanda la preghiera del Santo Rosario da 15 decadi tutti i giorni, oltreché la lettura del libro Su questa pietra [Upon this rock] ad opera di Stefano Ray, sì modernista però presentante evidenza risalente al periodo Ecclesiastico antico distruggente le menzogne della "Ortodossia" dell'Est e del Protestantesimo contro il Papato. Oltretutto, il miracolo di Fatima, Portogallo, testificò a favore della Fede Cattolica, avendo la Madonna colà confermato il Papato e la sua autorità.
Nostro Signore Gesù Cristo rese San Pietro il primo Papa, affidandogli il Suo intero gregge e conferendogli suprema autorità presso la Sua Chiesa Universale.
APPENDICE
Esistono molti esempi di Papi aventi esercitato tale primato nei secoli antichi. Esiste il caso della sedizione presso la chiesa di Corinto nel I secolo DC, 90-100 DC. La chiesa di Corinto domandava l'ausilio del Vescovo di Roma, Papa San Clemente I. Seppure San Giovanni Apostolo fosse ancora vivo e più prossimo, in Efeso, i di essa membri gli chiesero di intercedere. Ciò mostra il primato Papale sin dal principio. In risposta Papa San Clemente I scrisse la sua famosa epistola ai Corinzi. In tale epistola del I secolo DC il Papa utilizza del chiaro linguaggio autoritativo, comandandoli di rimanere soggetti ai pastori locali. Ecco alcune citazioni provenienti dall'epistola.
Menzionasi pure il caso di Papa Vittore I, il quale attorno al 190 DC ordinò che si tenessero sinodi locali ovunque di modo da stabilire la data Pasquale. Esistono altri esempi, ma in quanto coperti in molti libri sul primato di San Pietro essi non vengono in sede avanzati. Si scandisce che una delle ragioni per le quali il primato di giurisdizione Papale, quantunque certamente esistente, non veniva enfatizzato tanto nella Chiesa Cattolica antica quanto dipoi è perciocché all'epoca era ovviamente più difficile intervenire nelle controversie ubicate in luoghi remoti da parte dei Papi. A causa delle difficoltà di spostamento e di comunicazione con i luoghi remoti, in essere avanti l'invenzione dei moderni mezzi di spostamento e di comunicazione, risolvere controversie in terre o diocesi distanti era ovviamente non così facile per il Vescovo di Roma. È per ciò che esempi di tale tipo di intervento erano meno frequenti, sebbene esistenti. Per la stessa ragione, il ruolo dei vescovi locali e dei patriarchi delle Chiesa Cattolica antica era specialmente importante, di modo da schiacciare le eresie e trattare le controversie emergenti nelle loro località. Ad ogni modo, ecco una citazione di Sant'Ireneo, risalente all'anno 200 DC circa, esprimente l'autentica ed originale verità sulla questione: la Chiesa Universale in Roma detiene il primato di giurisdizione dal principio, dovendo tutti concordare con essa.
Circa l'affermazione donde l'Infallibilità Papale non fu stabilita sino al Concilio di Trento, essa non è corretta. Essa venne definita come dogma Universale durante il Concilio Vaticano I nel 1870, tuttavia, si è creduto nella sua verità sin dal principio. È possibile trovare la promessa del Cristo con riguardo all'infallibile Fede Universale di San Pietro e dei suoi successori in Luca 22.
Satana desiderò vagliare come grano tutti gli Apostoli, plurale, ma Gesù Cristo orò per Simon Pietro, singolare, ché la sua Fede Universale non fallisse. Gesù Cristo comunicò che San Pietro ed i suoi successori, nonché Papi della Chiesa Cattolica, avrebbero posseduto una Fede Universale infallibile laddove insegnanti in maniera autoritativa su punti di Fede Cattolica o morale da essere tenuti dall'intera Chiesa Universale del Cristo.
Tale verità è stata tenuta presso la Chiesa Cattolica sin dai tempi più antichi.
La parola infallibile significa invero non potente fallire o non fallibile. Pertanto, l'esatta espressione Infallibilità Papale proviene direttamente dalla promessa operata dal Cristo a San Pietro ed ai suoi successori in Luca 22, donde San Pietro avrebbe avuto una Fede Universale infallibile. Ciò veniva creduto anche nella Chiesa Cattolica antica, come in sede visibile. Per quanto tale verità sia stata creduta sin dal principio della Chiesa Cattolica essa fu specificatamente definita come dogma Universale durante il Concilio Vaticano I nel 1870.
Note di fine sezione
[1] Guglielmo Jurgens, La Fede degli antichi padri [The Faith of the early fathers], Volume 1, 1970, Stamperia Liturgica [The liturgical press], SUA, numero 120.