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Stupefacente: Atti 15 dimostrano il Papato
Ci si è nel passato imbattuti in qualche cosa del Vecchio Testamento la quale, allorché considerata assieme ad Atti 15, dimostra ulteriormente, senza dubbio alcuno, che San Pietro fu il primo Papa: si è giammai osservato alcuno operare tale punto insino a qui. Orbene, prima di considerarlo occorre chiarire la sormontante esistenza di testi dimostranti che Gesù Cristo rese San Pietro il primo Papa. In Matteo 16:18-19 Gesù Cristo dona a Simone il nuovo nome di Pietro, significante roccia, affermando di edificare la Sua Chiesa Universale su di lui, di consegnargli le chiavi del Regno del Cielo, di sciogliere e legare in Cielo tutto ciò che egli avrebbe sciolto e legato in Terra. Esiste anche Luca 22: ivi Gesù Cristo conversa con i Suoi Apostoli circa il Suo regno, significante la Chiesa Universale Divina sulla Terra. In Luca 22:29 Gesù Cristo afferma: "Io dunque vi assegno un regno, come Me ne assegnò uno il Padre Mio."; nel contesto della discussione di tale regno, della sua struttura e del maggiore presso di esso, Luca 22:24-25, Gesù Cristo seleziona San Pietro dal resto degli Apostoli.
Luca 22:31-32: "… Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di vagliarvi, come si vaglia il grano. Ma io ho pregato per te, acciocché la tua fede non venga meno; e tu, quando un giorno sarai convertito, conferma i tuoi fratelli."
È importante notare che allorché Gesù Cristo annuncia il desiderio di Satana di loro avere Egli parla al plurale {: ciò è chiaro nel testo Greco originale nonostante non lo sia in molte traduzioni in lingua Inglese}. Satana desiderò di avere tutti gli Apostoli, plurale, ma Gesù Cristo pregò per il solo Simon Pietro, sì singolare, ché la sua Fede Universale non fallisse. Secondo Gesù Cristo, San Pietro, colui il quale avrebbe ricevuto le chiavi del Regno del Cielo, avrebbe detenuto ancora una Fede Universale infallibile: Gesù Cristo pronunciò ciò solamente circa San Pietro, separandolo dal resto degli Apostoli. Gesù Cristo operò tale garanzia circa San Pietro nel contesto della discussione della struttura e del maggiore del Suo regno: la promessa della Fede Universale infallibile di San Pietro è connessa all'infallibilità dell'ufficio del medesimo, conosciuta come Infallibilità Papale. Esiste ancora Giovanni 21:15-17: Giovanni 21 registra che appresso la Risurrezione Gesù Cristo apparve a San Pietro ed a qualche altro Apostolo. Gesù Cristo selezionò quindi nuovamente San Pietro, affidandogli il Suo intero gregge: Gesù Cristo comunicò a San Pietro di pascere i Suoi agnelli, di governare le Sue pecore e di pascere le Sue pecore, le pecore essenti i Cristiani, nonché membri della Sua Chiesa Universale, consultando Giovanni 10:11 ed altri numerosi passaggi. Ciò significa che in Giovanni 21:15-17 Gesù Cristo affida il Suo intero gregge a San Pietro, ordinandogli di pascerlo e di governarlo. Difatti, in Giovanni 21:16 il secondo dei 3 comandi di Gesù Cristo a San Pietro impiega la parola ποίμαινε [poimaine]: ποίμαινε [poimaine] è voce del verbo ποιμαίνω [poimaino], seconda persona singolare, modo imperativo, tempo presente, significante pascere, governare o reggere. Il verbo ποιμαίνω [poimaino] è ripetutamente impiegato nel Libro dell'Apocalisse onde esprimere l'autorità di reggenza di Gesù Cristo Medesimo; verbigrazia, Apocalisse 2:27: "Egli dunque li reggerà {ποιμανει [poimanei]} con una verga di ferro… "; Apocalisse 12:5: "Ella diede alla luce un Figliolo, un Figlio maschio, Il Quale ha da reggere {ποιμαίνειν [poimainein]} tutte le nazioni con una verga di ferro… ". Gesù Cristo impiega il medesimo esatto verbo in Giovanni 21:16, ordinando a San Pietro di governare o reggere il gregge, avendo San Pietro da divenire il primo Papa. San Pietro ricevette da Gesù Cristo dell'autorità unica, onde governare e pascere il popolo Cristiano. Fra l'altro, l'autorità promessa da Gesù Cristo a San Pietro in Matteo 16:18-19 non fu effettivamente conferitagli insino all'evento registrato in Giovanni 21:15-17: fu appresso la Risurrezione, allorché Gesù Cristo donò a San Pietro autorità sul Suo intero gregge, che egli divenne Papa. Le parole di Gesù Cristo in Matteo 16:18-19 sono delle promesse circa quanto Egli avrebbe stabilito in San Pietro, nel futuro; è per ciò che le promesse sono espresse nel tempo futuro: "… su questa pietra Io edificherò la Mia Chiesa… Io ti darò le chiavi del Regno del Cielo… " e così via.
L'autorità e posizione unica conferita da Gesù Cristo a San Pietro è ancora chiaramente dimostrata dalla singolarità e dalla prominenza resa a San Pietro dai Santi Vangeli e dagli Atti degli Apostoli. Il nome di San Pietro è menzionato oltre le 190 volte nel Nuovo Testamento: il più menzionato degli altri 11 Apostoli è San Giovanni, solamente 29 volte; i nomi degli altri 11 Apostoli messi assieme sono menzionati solamente 130 volte, molto meno di quello di San Pietro; solamente in Atti 1-15 il nome di San Pietro è menzionato 56 volte. In Atti 1 San Pietro guida la Chiesa Cattolica nella sostituzione di Giuda Iscariota; in Atti 2 San Pietro parla a nome della Chiesa Cattolica durante la Pentecoste; In Atti 3 San Pietro opera la prima guarigione miracolosa nella storia Ecclesiastica dappoi l'Ascensione; in Atti 4 San Pietro risponde a nome della Chiesa Cattolica dinnanzi al concilio dei sommi sacerdoti; in Atti 5 San Pietro dispensa disciplina ad Anania e Saffira; in Atti 10 il primo Gentile convertito è specificatamente indirizzato a San Pietro e molto altro. Esiste ancora il riferimento della Sacra Scrittura a San Pietro nel contesto Apostolico: in ogni elenco del Nuovo Testamento dei 12 Apostoli il nome di San Pietro è il primo e quello di Giuda Iscariota l'ultimo, nonostante l'ordine degli altri Apostoli non sia sempre esattamente il medesimo. Nell'elenco di San Matteo San Pietro non è solamente menzionato per primo bensì direttamente appellato primiero o capo.
Matteo 10:2: "Ora i nomi de' dodici apostoli son questi: Il primo {πρωτος [protos]} è Simone, detto Pietro, … "
La parola Greca adoperata in Matteo 10:2, πρωτος [protos], significa primiero, capo o principale. Dacché nell'elenco è impiegato nessun altro numero, avendo Sant'Andrea e non già San Pietro seguito Gesù Cristo per primo, tale affermazione non serve onde assegnare un numero a Simon Pietro: essa serve onde indicare il suo ruolo di capo, egemone o principale dei 12 Apostoli; San Matteo scrisse letteralmente Il capo, Pietro. In aggiunta, allorché San Pietro è menzionato per nome gli altri Apostoli sono frequentemente descritti come coloro assieme a Pietro: persino l'Angelo, appresso la Risurrezione, operò ciò.
Marco 16:7: "Ma andate, e dite a' suoi discepoli ed a Pietro, ch'egli va innanzi a voi in Galilea; … "
La Sacra Scrittura seleziona ripetutamente San Pietro, differenziandolo dagli altri Apostoli, essendo San Pietro l'egemone, il primo Papa. Si voglia quinci considerare un'ulteriore prova stupefacente di tale fatto, negli Atti degli Apostoli. Onde comprendere tale punto occorre sapere che secondo il Nuovo Testamento Gesù Cristo sarebbe stato seduto sul trono di Re Davide, ereditando il suo regno: Iddio strinse un'alleanza con Re Davide onde stabilire un regno; la monarchia Davidica, il Regno Divino sulla Terra nel Vecchio Testamento, era intesa come prototipo del Regno Divino che Gesù Cristo avrebbe stabilito, motivo per il quale Gesù Cristo è nei Santi Vangeli appellato Figlio di Davide, motivo ancora per il quale il Santo Vangelo secondo San Matteo promuove il regno come uno dei suoi temi principali, motivo ulteriormente per il quale San Pietro medesimo in Atti 2:30 annuncia che Gesù Cristo siede sul trono di Re Davide. È per ciò che Luca 1:32 detta quanto segue con rispetto a Gesù Cristo.
Luca 1:32: "… e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre."
Gesù Cristo siede sul trono di Re Davide, nondimeno, il regno di Gesù Cristo è spirituale: il Suo regno è la Sua Chiesa Universale; il Suo regno non adempie solamente il suo prototipo, il regno di Re Davide, bensì lo sorpassa. Il presente punto, da tenere a mente, è che il regno di Gesù Cristo, la Sua Chiesa Universale, è plasmato secondo il regno di Re Davide e l'Israele del Vecchio Testamento; ad esempio, i ministri reali formanti il gabinetto reale della monarchia Davidica, oltreché le 12 tribù di Israele, prefiguravano i 12 Apostoli di Gesù Cristo.
Orbene, in Atti 15 si legge del Concilio di Gerusalemme. Tale fu un monumentale incontro dell'ἐκκλησία [ecclesìa], la Chiesa Cattolica, con rispetto alla circoncisione ed alla gestione futura dei Gentili convertiti al Santo Vangelo: l'incontro trattò quindi dell'operato e della struttura od espansione futura del regno della Nuova Divina Alleanza, la Chiesa Cattolica. In Atti 15:6 leggesi quanto segue.
Atti 15:6: "Allora gli apostoli e gli anziani si raunarono, per provvedere a questo fatto."
Di conseguenza, per tale cruciale incontro in Gerusalemme, Palestina, erano presenti gli uomini capo della Chiesa Cattolica. Ebbene, ritornando al Vecchio Testamento, ad 1 Paralipomeni o Cronache 28 nello specifico, leggesi di un altro concilio: tale concilio avvenne durante il regno di Re Davide, ancora a Gerusalemme, Palestina. Così come per il Concilio di Gerusalemme di Atti 15 erano presenti gli uomini capo della Chiesa Cattolica, gli Apostoli ed i savi, per il concilio di Gerusalemme di 1 Cronache 28 apprendesi l'assemblea di tutti gli uomini capo di Israele. In aggiunta, il concilio di Gerusalemme registrato in 1 Cronache 28 fu convocato onde discutere dell'edificazione del tempio o della casa di Dio. Il tempio o casa di Dio del Vecchio Testamento era un tipo della Chiesa Cattolica del Nuovo Testamento: 2 Corinzi 6:16, Che concordia ha il tempio Divino con gli idoli? Poiché il tempio del Dio vivente siamo noi; si vedano ancora Ebrei 3:6, 1 Pietro 2:5 ed altri passaggi per la connessione tra il tempio Divino del Vecchio Testamento e la Chiesa Universale Divina del Nuovo Testamento. Dacché il concilio di Gerusalemme di 1 Cronache 28 fu convocato onde discutere dell'edificazione del tempio Divino esso fu conseguentemente un tipo o simbolo preciso del venturo Concilio di Gerusalemme di Atti 15, parimenti convocato onde discutere del tempio Divino, nonché Chiesa Cattolica del Nuovo Testamento, da essere edificata od espansa per il futuro. Difatti, in Atti 15:16, durante il Concilio di Gerusalemme del Nuovo Testamento, è presente una diretta referenza alla profezia di Amos 9:11 sulla riedificazione del tabernacolo Davidico. Il tabernacolo Davidico era la tenda nella quale era ospitata l'Arca della Vecchia Alleanza avanti la costruzione del tempio Salomonico: esso era dunque un precursore del tempio o della casa di Dio, rappresentandola. Il messaggio di Atti 15:16 è tale per cui mediante l'incorporazione dei Gentili nella Chiesa Cattolica, materia specificatamente discussa durante il concilio, la profezia circa la riedificazione del tabernacolo Davidico, la casa Divina, si è adempiuta. Laonde, il concilio di Gerusalemme di 1 Cronache 28, convocato onde discutere della costruzione del tempio Divino, fu in maniera definita un tipo del Concilio di Gerusalemme di Atti 15, convocato onde discutere della costruzione del tempio o della Chiesa Universale di Dio. Illustrato l'ovvio parallelismo tra i 2 concili di Gerusalemme si voglia cortesemente considerare, leggendo, quanto seguita.
1 Cronache 28:2: "E il re Davide si levò in piè, … "
Durante tale concilio di Gerusalemme, concernente la costruzione del tempio Divino, chiaramente prefigurante il Concilio di Gerusalemme di Atti 15, colui dalla Sacra Scrittura descritto ed identificato come il levato in mezzo all'assemblea è il re: colui il quale si levava in mezzo agli altri onde loro rivolgersi era colui detenente l'autorità suprema su di Israele. In Atti 15:7, durante il Concilio di Gerusalemme del Nuovo Testamento, parimenti determinante la costruzione od espansione del tempio di Dio, la Sua Chiesa Universale del Nuovo Testamento, leggesi quanto segue.
Atti 15:7: "Ed essendosi mossa una gran disputazione, Pietro si levò in piè, e disse loro: … "
Così come descrivente ed identificante Re Davide come il levato durante il concilio di Gerusalemme di 1 Cronache 28, la Sacra Scrittura descrive ed identifica San Pietro come colui levatosi durante il Concilio di Gerusalemme di Atti 15, giacché San Pietro, in quanto egemone della Chiesa Cattolica e primo Papa, deteneva autorità suprema sul nuovo Israele, la Chiesa Cattolica, siccome ne deteneva Re Davide sull'Israele del Vecchio Testamento. Ove non si fosse ancora convinti del parallelismo si continui ad ascoltare: in 1 Cronache 28:4, continuando la sua allocuzione, Re Davide pronunciò come segue.
1 Cronache 28:4: "Ora, come il Signore Iddio d'Israele mi ha eletto d'infra tutta la casa di mio padre, per esser re sopra Israele, in perpetuo… "
Re Davide si levò durante il concilio di Gerusalemme, concernente l'edificazione del tempio Divino, alfine di affermare che Domineddio aveva lui scelto. In Atti 15:7, durante il Concilio di Gerusalemme del Nuovo Testamento, concernente l'edificazione della Chiesa Universale Divina, leggesi San Pietro proclamare come seguita.
Atti 15:7: "Ed essendosi mossa una gran disputazione, Pietro si levò in piè, e disse loro: Fratelli, voi sapete che già da' primi tempi Iddio elesse fra noi me, acciocché per la mia bocca i Gentili udissero la parola dell'evangelo, e credessero."
Il parallelismo è chiaro e stupefacente. La Parola Divina descrive San Pietro al Concilio di Gerusalemme di Atti 15 nella medesima maniera di come essa descrive Re Davide al concilio di Gerusalemme di 1 Cronache 28: Re Davide si levò in mezzo agli altri annunciando che fra tutti i membri della casa Iddio aveva scelto lui; nel medesimo modo, San Pietro si levò in mezzo agli altri proclamando che fra tutti gli Apostoli, savi e rappresentanti della Chiesa Cattolica Iddio aveva scelto la sua bocca. È pure interessante che nella traduzione Greca di 1 Cronache 28:2 la parola rappresentante l'assemblea dinnanzi alla quale Re Davide si era levato, rivolgendosi ad essa, dichiarandole che Iddio aveva lui scelto, è ἐκκλησία [ecclesìa]: tale è la parola Greca significante chiesa; essa è la parola ripetutamente adoperata in Atti 15 onde descrivere l'assemblea od Ecclesia Universale dinnanzi alla quale San Pietro si era levato, rivolgendosi ad essa, dichiarandole che Iddio aveva lui scelto; sia Re Davide sia San Pietro si levarono in mezzo all'Ecclesia Universale od ἐκκλησία [ecclesìa], dichiarando che Iddio aveva loro scelto. San Pietro operò ed affermò quanto operato ed affermato da Re Davide precisamente per il fatto che San Pietro deteneva autorità suprema sulla Chiesa Universale della Nuova Alleanza, così come ne deteneva Re Davide su di Israele, essendo la Chiesa Cattolica l'Israele Divino, Galati 6:16. Le parole della Septuaginta confermano ciò ulteriormente: la Septuaginta è la traduzione Greca del Vecchio Testamento, nonché versione di esso più frequentemente citata dai Divinamente ispirati autori del Nuovo Testamento. In 1 Cronache 28:4 della Septuaginta, allorché Re Davide annuncia la scelta della sua persona da parte di Dio, la parola rappresentante scelto è ἐξελέξατο [ecselecsato]: si tratta della voce del verbo ἐκλέγω [eclego], terza persona singolare, tempo aoristico, modo indicativo, significante selezionare, scegliere od eleggere. Ebbene, in Atti 15:7, allorché San Pietro si leva ed annuncia la scelta della sua bocca da parte di Dio, il termine rappresentante scelto non proviene solamente dallo stesso verbo bensì è ancora la stessa esatta parola trovata in 1 Cronache 28:4: ἐξελέξατο [ecselecsato]. Il testo della Sacra Scrittura, Divinamente ispirato, offre un parallelismo struggente tra i 2 concili di Gerusalemme, oltreché tra le parole e le azioni dei loro rispettivi egemoni, confermando ulteriormente la scelta Divina di San Pietro, ché questi possedesse autorità suprema sul nuovo Israele, la Chiesa Cattolica, proprio come la scelta Divina di Re Davide, ché quegli possedesse autorità suprema sull'Israele del Vecchio Testamento. Oltretutto, così come l'ufficio di Re Davide aveva avuto dei successori, l'ufficio di San Pietro ne avrebbe avuti ancora: difatti, in 1 Cronache 28:4 Re Davide menziona che nonostante Iddio avesse scelto lui come re di Israele sarebbe stato il suo successore, Re Salomone, ad edificare effettivamente il tempio Divino; in 1 Cronache 29:1 Re Davide descrive il suo successore, Re Salomone, come il solo cui Iddio aveva scelto, mostrando ulteriormente come Iddio scelga solamente una persona come regnante, la quale in tale unico ufficio possiede dei successori. Alla stessa maniera, come roccia e basamento della Chiesa Cattolica Iddio scelse San Pietro, colui il quale avrebbe posseduto le chiavi del Regno del Cielo, tuttavia, i suoi successori, i Papi venturi, avrebbero completato l'espansione o crescita del tempio Divino, la Chiesa Cattolica, continuando i convertiti ad entrare nel Corpo mistico di Gesù Cristo durante la storia. L'autorità di San Pietro durante il Concilio di Gerusalemme risulta chiara anche dal fatto che prima del suo discorso era presente molto dibattito. "Dopo molto dibattito, dunque, si levò Pietro… ", ma appena terminato il suo discorso, Atti 15:11-12, "L'intera moltitudine rimase quindi in silenzio, ascoltando Barnaba e Paolo… ". Si noti che il testo della Sacra Scrittura, Divinamente ispirato, menziona l'avvento del silenzio subito a seguito del termine delle parole di San Pietro: la Sacra Scrittura insegna che avanti il discorso di San Pietro era presente un dibattito e che appena la posizione di San Pietro venne articolata, terminato il suo discorso, esso cessò. San Barnaba, San Paolo e San Giacomo si rivolsero quindi alla Chiesa Cattolica, una volta che San Pietro aveva terminato di definire la verità o principio dottrinale centrale da durare nei secoli, ossia: i Gentili convertiti al Cristo non avrebbero subito il giogo della circoncisione, né tutti i prerequisiti della Vecchia Legge.
Ancorché San Pietro fosse l'egemone della Chiesa Universale lo storico della Chiesa Cattolica antica Eusebio comunicò che San Giacomo fu nominato vescovo della chiesa di Gerusalemme, Palestina. Andrebbe anche notato che, eccettuando la proibizione dell'immoralità sessuale o fornicazione, facente ovviamente parte della Legge Divina e ripetuta in molti passaggi del Nuovo Testamento, la proposta operata da San Giacomo durante il Concilio di Gerusalemme, adottata dagli Apostoli, per cui i Gentili convertiti si astenessero pure dal cibo sacrificato agli idoli, dal sangue e da quanto strangolato, fu una raccomandazione coinvolgente la disciplina Ecclesiastica, non già un dogma Cattolico. Si trattava di una misura disciplinare adottata dalla Chiesa Cattolica per tale particolare periodo Apostolico, durante il quale la singola Chiesa Universale del Cristo formavasi, attraverso coloro aventi osservato la Vecchia Legge ed i Gentili, i quali non la avevano osservata. Per dell'evidenza a favore della proscrizione temporanea del consumo di cotali particolari cibi, nonché misura disciplinare, piuttosto che docenza dogmatica o legge inestricabilmente connessa alla Fede Universale del Cristo, si consultino 1 Corinzi 8 e 10:25-29, oltreché la bolla dogmatica Cantate Domino del Cattolico Concilio di Firenze. Tale proscrizione cessò di vincolare e di applicarsi senza indugio appresso il periodo Apostolico. Pertanto, quanto discusso e raccomandato da San Giacomo durante il Concilio di Gerusalemme era una misura disciplinare, tuttavia, quanto dichiarato da San Pietro era la dogmatica verità, la quale sarebbe permasta per tutta la storia Ecclesiastica, ovvero: i Gentili convertiti alla Fede Universale di Gesù Cristo non necessitano l'osservazione della circoncisione ed il resto della Vecchia Legge. Tale principio dogmatico avrebbe definito tutte le generazioni Cristiane venture, determinando come la Chiesa Cattolica fosse edificata od espansa nei secoli: è per ciò che esso fu proclamato da San Pietro, il capo della Chiesa Cattolica, colui il quale si levò in mezzo all'assemblea e le cui parole silenziarono il dibattito. L'autorità di San Pietro sulla Chiesa Cattolica è ancora la ragione precisa per cui al primo Gentile convertito, Cornelio il centurione, fu specificatamente comunicato di trovare San Pietro, l'egemone della Chiesa Cattolica. Essa è anche la precisa ragione per la quale la profonda visione registrata in Atti 10:10-16, significante il termine delle restrizioni della Vecchie Legge a carico del cibo insino ad allora considerato immondo, una visione la quale avrebbe plasmato tutta la ventura storia Ecclesiastica, fu offerta al solo San Pietro. Iddio comunicò la dogmatica regola donde, secondo la Sua Volontà, il resto della Chiesa Cattolica seguisse il suo capo, San Pietro, cosicché una volta divulgata la verità circa la materia da parte del capo Ecclesiastico il resto della Chiesa Cattolica, sottoposto alla sua autorità, essa accettasse. È pure notevole che allorquando San Giacomo incominciò a parlare egli operò referenza a quanto già proclamato da Simon Pietro.
Atti 15:14: "… Simeone ha narrato come Iddio ha primieramente visitati i Gentili, … "
All'inizio del suo discorso San Giacomo acquiebbe a quello di San Pietro, eppure, allorquando incominciò a parlare San Pietro egli referenziò nessun uomo, menzionando semplicemente la scelta della sua persona da parte di Dio.
La significanza di tali fatti, chiaramente dimostranti il Papato, dovrebbe divenire ancora più evidente rappellando la seduta di Gesù Cristo sul trono di Re Davide. Gesù Cristo è il re, vero Dio e vero uomo: Egli è il fondatore della Chiesa Cattolica, nonché ultimo successore al trono di Re Davide, tuttavolta, Egli ha conferito la Sua autorità, le chiavi del Regno del Cielo ed il governo del Suo gregge, a San Pietro. Di conseguenza, considerata la regalità di Gesù Cristo, l'ufficio di San Pietro è quello del primo ministro o vicario di Gesù Cristo. Ciononostante, allorché Gesù Cristo lasciò il mondo ascendendo in Cielo Egli consegnò a San Pietro l'autorità sulla Chiesa Cattolica: San Pietro riveste dunque la carica del re. È per ciò che la posizione di San Pietro nella Sacra Scrittura è parallela sia a quella dei primi ministri dei regi del Vecchio Testamento sia a quella di Re Davide stesso, come osservato: presso la monarchia Davidica non era solamente presente un re governante tutto il popolo bensì anche un gabinetto reale. Il gabinetto reale di Gesù Cristo, parallelo alle 12 tribù di Israele ed al gabinetto reale della monarchia Davidica, sono i 12 Apostoli, tuttavolta, fra tutti i ministri regali presso la monarchia Davidica era presente solamente un ministro rilevante per la sua autorità sugli altri: il primo ministro, a capo della casa regale. In Isaia 22 leggesi che il primo ministro deteneva la chiave della casa Davidica.
Isaia 22:20-22: "Ed avverrà in quel giorno, che io chiamerò Eliachim, mio servitore, figliuolo di Hilchia. E lo vestirò della tua veste, e lo fortificherò con la tua cintura, e gli darò in mano la tua podestà; ed egli sarà per padre agli abitanti di Gerusalemme, ed alla casa di Giuda. E metterò la chiave della casa di Davide sopra la sua spalla; ed egli aprirà, e niuno serrerà; e serrerà, e niuno aprirà."
Tale passaggio informa che il primo ministro del re possedeva la chiave della casa regale, significante autorità sulla medesima. Il primo ministro deteneva anche dei successori; egli possedeva il potere di aprire ché nessun chiudesse e di chiudere ché nessun aprisse. Il parallelismo con Matteo 16:18-19, per il quale Gesù Cristo comunica a San Pietro la sua ricezione delle chiavi del Regno del Cielo ed il potere di vincolo e di scioglimento in Cielo secondo quanto da lui vincolato e sciolto in Terra, è inequivocabile. Gesù Cristo stabilì in San Pietro e nei suoi successori dei Suoi primi ministri ed una volta lasciato il mondo San Pietro, dopo avere ricevuto l'affidamento del gregge, divenne il Suo rappresentante, prendendo il Suo posto come egemone e governatore della Chiesa Cattolica. È per ciò che negli Atti degli Apostoli la posizione di San Pietro è quella di egemone della Chiesa Cattolica, il suo ruolo durante il Concilio di Gerusalemme essente stato parallelo a quello di Re Davide in un contesto del Vecchio Testamento analogo.
Come dimostrato dai fatti a qualunque persona di buona volontà, i Protestanti e gli altri acattolici rigettanti il Papato hanno torto: la loro posizione è senza alcun dubbio falsa. Essi non posseggono la Vera Fede, la fede dei Cristiani: allorché essi negano il Papato essi negano l'ufficio e posizione stabilita da Gesù Cristo Medesimo; allorché essi attaccano il Papato essi attaccano quanto da Dio Medesimo istituito; a meno che essi si umilino, accettando la verità sì chiaramente provata da tali fatti, convertendosi alla Fede Cattolica in maniera tradizionale, l'una vera fede dei Cristiani senza la quale esiste nessuna salvezza, essi saranno definitamente perduti.