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La salvezza a favore dei cosiddetti invincibilmente ignoranti ridotta al suo principio più assurdo
La teoria donde la "ignoranza invincibile" salvi può essere ancora confutata riducendola al suo principio più assurdo, essente il seguente: se l'essere ignoranti del Cristo Salvatore rendesse degni di salvazione allora i Cattolici predicanti il nome di Gesù Cristo ai non-Cristiani recherebbero loro un disservizio. Secondo la moderna eresia della salvezza a favore dei cosiddetti invincibilmente ignoranti, San Paolo, San Vincenzo Ferreri, San Francesco Saverio, Padre Pietro de Smet, i martiri dell'America Settentrionale e gli altri innumerevoli eroici missionari della storia Ecclesiastica, aventi sofferto delle difficoltà spaventose alfine di predicare il Santo Vangelo ai pagani ignoranti, avrebbero semplicemente reso tali popoli più incolpabili e più colpevoli dinnanzi a Dio. Secondo l'eresia della pretesa ignoranza invincibile, se i missionari fossero rimasti tranquillamente a casa i pagani pretesi sinceri, avendo mai udito del Cristo senza colpa propria, sarebbero stati salvati. Tuttavia, sempre secondo l'eresia della pretesa ignoranza invincibile, nell'operare lo sforzo di predicare loro il Cristo i missionari, nell'eventualità per la quale tali individui avessero fallito nell'adempiere gli obblighi del Santo Vangelo o nel caso in cui essi lo avessero rigettato in toto, li avrebbero posti in una situazione inescusabile. Sicché, la moderna eresia della salvazione malgrado la "ignoranza invincibile" rende la predicazione ai fini della salvezza delle anime dei pagani effettivamente controproducente. Nulladimeno, una tale nozione è assurda, ovviamente, dimostrante l'illogica e falsa natura dell'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile.
In realtà, però, l'eresia si è talmente radicata oggigiorno, tempo della grande apostasia, vedasi la trentaquattresima sezione, che la più parte dei sedicenti Cattolici professa prontamente la bestialità donde i pagani, gli Ebrei, i Buddisti e così via, conoscenti il Santo Vangelo e rigettantilo, possono essere salvati malgrado la "ignoranza invincibile". Tuttavia, tale è solamente l'inevitabile risultato dell'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile, poiché se i pagani aventi giammai udito del Cristo fossero salvati in presunta buonafede allora anche i pagani rigettanti il Cristo potrebbero trovarsi in presunta buonafede: quanto dovrebbe udirsi onde perdere la propria "ignoranza invincibile"? Una volta aventi deviato dal principio, ossia, una volta aventi rigettato la Divinamente rivelata verità, donde tutti coloro morenti pagani sono definitamente perduti senza eccezione, Papa Eugenio IV, de Fide, le chiare linee di demarcazione vengono rigettate ed un'area grigia subentra inevitabilmente, un'area grigia secondo la quale non si può possibilmente conoscere o porre dei limiti sul chi sia possibilmente in buonafede e sul chi non sia in buonafede.
Si parlò con uno studioso considerantesi un Cattolico tradizionale. Tale persona sosteneva l'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile. Si discuteva la di essa credenza per cui gli Ebrei e gli altri acattolici siano salvati. Durante la conversazione, essa ammise di sostenere che gli Ebrei odianti il Cristo possano essere salvati. Prima di ammettere ciò, però, essa asserì: "Dipende da quanto egli, l'Ebreo, abbia udito del Cristo. Qualora egli avesse visto solamente un crocifisso… ". Il di essa punto era tale per cui ove un Ebreo avesse solamente visto un crocifisso, senza avere udito di Gesù Cristo in maniera sostanziale alcuna, egli sarebbe stato in grado di essere salvato in presunta buonafede, mentre se nostro Signore Gesù Cristo gli fosse stato pienamente predicato egli, probabilmente, non si sarebbe trovato in presunta buonafede. Come menzionato, lo studioso, infine, ammise persino che nell'ultima eventualità l'Ebreo si sarebbe trovato in presunta buonafede, rigettando completamente il Cristo ed od odiandoLo; nondimeno, l'autore del presente libro sollevò l'argomentazione dallo studioso impiegata prima di ciò ammettere onde illustrare il seguente punto. Lo studioso, per così dire, mediante la sua argomentazione, aveva mostrato l'assurdità dell'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile: egli aveva concesso che un Ebreo avente visto il crocifisso però non avente udito del Cristo potesse trovarsi in presunta buonafede, ma che lo stesso Ebreo operante lo sforzo di investigare chi sia Colui inchiodato alla Croce od apprendente la di Quegli identità da un conoscente predicatore potrebbe probabilmente non trovarsi in buonafede. Sicché, secondo tale sedicente studioso essentesi già imbibito dell'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile, la predicazione del Cristo crocifisso invece che salvare l'Ebreo avrebbe potuto possibilmente dannarlo. Nulladimeno, ciò è ovviamente falso ed eretico.
L'altra eretica conseguenza dell'eresia della cosiddetta ignoranza invincibile è quella per la quale anche gli infanti potrebbero essere salvati senza il Santo Battesimo, dacché gli infanti sono le persone più "invincibilmente ignoranti" presenti sulla Terra. Pertanto, l'argomentazione detterebbe quanto segue: se la "ignoranza invincibile" salvasse gli acattolici allora essa salverebbe ancora gli infanti, essenti "invincibilmente ignoranti". Ciò malgrado, una tale idea è stata ripetutamente condannata dalla Chiesa Cattolica; è una verità Divinamente rivelata quella donde nemmeno un infante può entrare in Cielo senza il Santo Battesimo di acqua, consultisi la sezione concernente la presunta salvezza degli infanti senza il Santo Battesimo.