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Giustificazione: fede ed opere
GIUSTIFICAZIONE MEDIANTE SOLA "FEDE" E "SICUREZZA ETERNA" CONFUTATE DALLA SACRA BIBBIA
La sormontante maggioranza dei Protestanti crede che la Sacra Bibbia insegni la menzogna donde la gente è giustificata, posta in uno stato nel quale verrà salvata, mediante la sola "fede" in Gesù Cristo, ovvero, a prescindere dalla considerazione delle proprie azioni, opere o peccati. La più parte di essi crede nella "una volta salvi sempre salvi" o nella "sicurezza eterna", dottrina per cui un uomo credente in Gesù Cristo non può perdere la sua salvezza eterna. Tali idee sono false e completamente contrarie all'insegnamento della Sacra Bibbia. Si osservi dell'evidenza. Dopodiché si affrontano alcune obiezioni.
Quasi tutte le citazioni nella presente sezione provengono dalla "Sacra Bibbia" Diodati del 1855, una famosa "traduzione" Protestante.
GESÙ CRISTO AFFRMÒ CHE GLI UOMINI DEBBONO TAGLIARE VIA RADICALMENTE LE OCCASIONI DEL PECCATO DI MODO DA EVITARE L'INFERNO INVECE CHE CREDERE SOLAMENTE
In San Matteo capitolo 5 trovasi la parabola circa il tagliare via la propria mano od occhio di modo da evitare l'Inferno.
Tale parabola, riferentesi ovviamente al tagliare via tutte le occasioni del peccato, le cose nella vita trascinanti la gente nelle offese contro Dio, deterrebbe un significato solamente qualora i peccati e le opere fossero una parte determinante nell'orbita della propria salvazione. Tagliando via le cose peccaminose e le opere malvagie la propria anima può essere salvata. I peccati dell'uomo e le sue opere sono dunque parte della sua giustificazione. Se un uomo fosse giustificato mediante la sola "fede" tale parabola non deterrebbe senso alcuno.
NON TUTTI COLORO I QUALI DIRANNO SIGNORE SIGNORE ENTRERANNO IN CIELO, BENSÌ COLUI AVENTE FATTO LA VOLONTÀ DI DIO
Si osserva la verità per la quale colui avente fatto la Volontà di Dio entrerà in Cielo e non tutti coloro consideranti Gesù Cristo il Signore. Dipoi, Gesù Cristo enfatizzò il punto affermando la verità donde occorre fare ciò che Egli dichiara essere Suo insegnamento.
Quanto chiaro deve essere il tutto? È questione di ascoltare le Sue parole ed applicarle. Non si tratta di sola "fede".
OCCORRE PERSEVERARE SINO ALLA FINE PER ESSERE SALVATI
Ciò è totalmente contrario alla visione Protestante della "una volta salvi sempre salvi". Si veda anche Marco 13:13 per lo stesso messaggio.
SAN PAOLO AFFERMÒ CHE EGLI SAREBBE POTUTO DIVENIRE UN REPROBO
San Paolo affermò la realtà per la quale temeva che egli potesse divenire un reprobo. Il termine reprobo in 1 Corinzi 9:27 è tradotto dalla parola Greca adochimos. Adochimos è tradotto come reprobo anche in 2 Timoteo 3:8 ed in Romani 1:28. Esso descrive le anime perdute, i peccatori mortali, gli apostati e coloro i quali giacciono al di fuori dello stato di giustificazione od al di fuori della Fede Cattolica di Gesù Cristo.
In 2 Timoteo 3:8 esso è utilizzato per descrivere le persone malvagie resistenti la verità, uomini dalle menti corrotte, reprobi concernenti la Fede Cattolica. Tali, ovviamente, non sono le persone trovantisi in uno stato di giustificazione o sulla strada verso il Cielo.
In Romani 1:28 adochimos è utilizzata di modo da descrivere la gente resa ai peccati abominevoli, gente, nuovamente, non trovantesi sulla strada verso il Cielo. Adochimos è anche trovabile in altri passaggi, includenti Tito 1:16, Ebrei 6:8 ed altri. In ciascun caso essa vuole significare della gente non trovantesi sulla strada verso il Cielo, bensì al di fuori dello stato di giustificazione ed o della vera Fede Universale.
Dichiarando che egli sarebbe potuto divenire un reprobo, adochimos, non vi è dubbio alcuno donde San Paolo affermò che egli avrebbe potuto perdere la sua salvazione ed indi essere dannato assieme agli altri riprovati. Era San Paolo un vero credente essente stato giustificato? Certamente. La Sacra Bibbia quindi insegna che ai veri credenti non è assicurata la salvezza. Tale passaggio confuta completamente l'idea della sicurezza eterna o della una volta salvi sempre salvi.
I PECCATORI MORTALI, INCLUDENTI I FORNICATORI, GLI UBRIACHI, GLI ADULTERI E COSÌ VIA, NON ENTRERANNO IN CIELO
Prima di procedere occorrerebbe notare come, secondo San Tommaso Aquino, il peccato della immondizia o mollezza, escludente una persona dal Cielo, secondo i suddetti versi, sia il peccato mortale della masturbazione. [1]
Tali passaggi pongono grandi problemi a coloro i quali credono nella giustificazione mediante la sola "fede" ed o nella "sicurezza eterna". La Sacra Bibbia insegna che i peccati mortali, i peccati gravi, distruggono lo stato di giustificazione. Essa insegna che i peccati gravi pongono le persone in uno stato nel quale esse saranno escluse dal Regno di Dio. Ciò coincide con l'insegnamento Cattolico per cui un credente perde lo stato di giustificazione e viene dannato dannato laddove commettente un peccato mortale, verbigrazia, fornicazione, ubriachezza, osservazione della pornografia e così via, e morente in tale stato.
Orbene, in luce di tali passaggi i Protestanti detengono un problema. Qualora tutti coloro commettenti peccati mortali perdessero la loro giustificazione i Protestanti sostenenti la sola "fede" dovrebbero allora affermare che nessun vero credente può commettere peccati mortali. Tuttavia, tale risposta non funziona, come si osserva. Esistono milioni di cosiddetti Cristiani affermanti di essere stati "salvati" dalla "fede" in Gesù Cristo. Un immensurabile numero di essi si ubriaca, fornica, tradisce, ruba e così via. In altre parole, essi commettono dei chiari peccati mortali dalla Sacra Bibbia dichiarati distruggere lo stato di giustificazione.
Giacché la Sacra Bibbia detta chiaramente la verità per la quale i peccati mortali distruggono la giustificazione i Protestanti sostenenti la sola "fede" sono obbligati ad argomentare che tutti i presunti credenti commettenti peccati mortali non saranno alla fine stati veri credenti. Essi debbono ammettere che la "sicurezza" della giustificazione o della salvazione la quale tale gente avrà creduto di avere mediante la sola "fede" sarà alla fine stata un'illusione, un inganno. Essa, quantunque abbia pensato di averla, secondo i Protestanti sostenenti la sola "fede", non avrà infine avuto della vera fede salvifica.
EFESINI 5:5-8 DIMOSTRA CHE PER I VERI CREDENTI È POSSIBILE COMMETTERE PECCATI MORTALI ED IN VIRTÙ DI ESSI PERDERE LA PROPRIA GIUSTIFICAZIONE PER LA SALVEZZA: CIÒ DEMOLISCE L'IDEA DELLA GIUSTIFICAZIONE PER SOLA "FEDE" E DELLA SICUREZZA ETERNA
Tale è un passaggio affascinante.
San Paolo prima menzionò una serie di peccati mortali e poi affermò che coloro i quali fanno tali cose non ereditano il Regno di Dio. Si è osservato ciò nei suddetti passaggi, Galati 5:19-21 ed 1 Corinzi 6:9. Come dichiarato in precedenza, l'unica possibile e comune risposta Protestante a ciò è che nessun vero credente avrà commesso tali peccati distruggenti lo stato di giustificazione.
Ebbene, il suddetto passaggio insegna chiaramente che i credenti giustificati possono anche commettere tali gravi peccati. San Paolo li avvisa in Efesini 5:7 di non essere loro compagni. Laonde, i credenti potrebbero ben essere compagni dei peccatori mortali. Qualora vi dovesse essere dubbio alcuno circa il fatto per cui egli incluse i credenti autentici in tale avviso si consideri che egli discusse di loro come coloro i quali erano quivi luce nel Signore, dei veri credenti.
Pertanto, coloro i quali sono luce nel Signore possono anche essere compagni dei peccatori mortali nei peccati mortali distruggenti la giustificazione. Ciò, assente dubbio alcuno, confuta la giustificazione mediante la sola "fede" e la "una volta salvi sempre salvi". Che nessun uomo inganni il lettore mediante parole vane come la giustificazione mediante la sola "fede".
GLI UOMINI POSSONO SEGUIRE LA STRADA DI GESÙ CRISTO E POI VOLTARSI ED ESSERE SORMONTATI
Tale versetto indica che la gente giustificata può perdere la giustificazione mediante i peccati. Esso è una chiara dimostrazione dell'insegnamento Cattolico sulla giustificazione. Taluni potrebbero provare ad argomentare che egli discusse delle persone aventi udito il Santo Vangelo e non di coloro aventi realmente creduto in esso. Ciò non regge. Il versetto detta che tali persone avevano conosciuto la via della giustizia e che erano scappate dalle polluzioni del mondo. Non si scappa dalle polluzioni del mondo udendo semplicemente il Santo Vangelo. Il suo linguaggio descrive qualcuno camminante sulla strada della giustificazione in seguito voltantesi via. È per ciò che 2 Pietro 2:23 raffronta tale persona ad una porca, un maiale, lavata, ossia, giustificata, ritornante al fango. È anche il motivo per cui avanti nel medesimo capitolo è fatta una referenza agli angeli aventi peccato e perduto la loro giustificazione. San Pietro chiarì decisamente la questione.
TALUNI ANGELI, UNA VOLTA GIUSTIFICATI, PERSERO LA LORO GIUSTIFICAZIONE TRAMITE IL PECCATO
Gli angeli furono creati in stato di giustificazione, alcuni di essi però peccarono mortalmente, perdendo la loro giustificazione per essere spediti all'Inferno. Tali passaggi contraddicono completamente la visione Protestante della giustificazione.
IDDIO È L'AUTORE DELLA SALVEZZA ETERNA DI TUTTI COLORO CHE GLI OBBEDISCONO
Essa non avviene mediante la sola "fede".
I CREDENTI POSSONO CADERE VIA - PUNTO
Tale passaggio dimostra chiaramente che le persone credenti, fatte partecipi dello Spirito Santo, possono cadere via dallo stato di giustificazione. La referenza all'essere impossibile per tali persone essere nuovamente rinnovate presso quello stato si riferisce alla grazia originale del Santo Battesimo, mediante la quale esse furono inizialmente lavate dal peccato. Esse non possono essere battezzate nuovamente, ciò malgrado, anche i peccati gravi possono essere perdonati durante la Confessione, Giovanni 20:23. Tale passaggio oblitera, demolisce totalmente, la teologia Protestante donde una volta salvi si è sempre salvi.
I CREDENTI POSSONO ESSERE DANNATI PER I LORO PECCATI DOPO AVERE CONOSCIUTO LA VERITÀ, SICCHÉ SMENTENDO LA SOLA "FEDE"
Nel medesimo libro e nella medesima maniera del precedente avviso, Ebrei 6:4-6, tale passaggio detta che coloro detenenti la Fede Cattolica, dacché San Paolo discute di noi, possono perdere la salute come conseguenza di peccati volontari.
SENZA LA SANTITÀ NESSUN UOMO VEDRÀ IL SIGNORE
Tale versetto insegna la realtà per la quale la giustificazione necessaria ai fini della salvezza è una santificazione: una vera santità posseduta dalla persona. Essa non è, come argomentano i Protestanti, la giustizia del Cristo imputata, ovvero applicata, ad una persona nonostante essa rimanga interiormente profana.
Spiegando la visione Protestante dell'uomo giustificato Martin Lutero affermò che un uomo giustificato è come un ammasso di escremento coperto di neve. L'uomo rimane peccaminoso ed iniquo nel dentro però una volta credente la giustizia del Cristo è a lui applicata come velo o mantello. Ciò abilita l'uomo sporco ed empio ad essere salvato, secondo la dottrina Protestante. Egli può essere salvato, per quanto non possieda la santità in sé stesso, rimanendo un ammasso di peccato all'interno.
Si può osservare il modo donde tale visione contraddice l'insegnamento della Sacra Bibbia, per il quale un uomo giustificato è effettivamente e veramente santo per mezzo della grazia di Dio. Egli è santificato e cambiato interiormente, egli deve possedere la santificazione interiore di modo da vedere il Signore.
Dovrebbe anche essere osservata la realtà per la quale ciò che Iddio afferma accade. Ove Egli pronunciasse qualcuno giusto ciò sarebbe perciocché tale persona sarebbe veramente giusta e non fittiziamente giusta o celatamente tale.
LA PARABOLA DEL SEMINATORE: GLI UOMINI POSSONO CREDERE PER DEL TEMPO E DIPOI CADERE VIA
Si può osservare il fatto donde un uomo può credere per del tempo e poi cadere via. Le versioni di tale parabola in San Marco ed in San Luca avanzano il punto ancora più chiaramente:
Gesù Cristo afferma chiaramente in Luca 8:13 che tali persone credono per del tempo. I Protestanti potrebbero affermare che ciò si riferisce alla gente non veramente credente. Non si può affermare ciò, poiché Gesù Cristo Stesso afferma che essi credono per del tempo.
Tale intera parabola confuta la falsa visione Protestante della giustificazione, detenendo nessun significato al di dentro di essa. Essa non insegna solamente la verità donde si può credere e dipoi cadere via bensì che i peccati, le tentazioni, gli interessi mondani e gli sforzi per sormontare il mondo ed i suoi lacci ed affezioni, Matteo 13:22, sono tutti parte della propria giustificazione e salvazione. Essa è una stupefacente conferma dell'insegnamento Cattolico circa la giustificazione ed una confutazione stupefacente della posizione Protestante.
Coloro i quali avanzano frutti per la vita eterna sono quelli che odono la parola e la mantengono o la mettono in pratica.
LA PARABOLA DEI TALENTI: OVE NON SI PRODUCESSERO COSE PER DIO SI SAREBBE DANNATI - TANTO PER PARLARE DI GIUSTIFICAZIONE MEDIANTE LA SOLA "FEDE"
La parabola dei talenti confuta completamente la visione Protestante della giustificazione mediante la sola "fede".
In tale parabola si osserva che la persona è condannata per accidia, per pigrizia e fallimento nell'avere fatto cose con i talenti ricevuti. Essa fu condannata perciocché non lavorò con i suoi talenti di modo da guadagnarne degli ulteriori. Tale parabola contraddice completamente la giustificazione mediante la sola "fede". Ciò che è estremamente interessante circa il tutto è che il passaggio detta che il Cristo Signore raccoglie dove Egli non ha seminato. In altre parole, il Cristo Signore si attende che vengano prodotte delle opere proprie, mediante la Sua grazia. Ove non si cooperasse con la Sua grazia di modo da produrre tali opere, indi incapaci di presentare tali opere sovrannaturali dinnanzi a Lui durante il giorno del giudizio universale, la spedizione all'Inferno sarebbe categorica. Tale parabola conferma l'insegnamento Cattolico circa le opere, confutando completamente le visioni Protestanti.
GESÙ CRISTO RENDERÀ AD OGNI UOMO SECONDO LE SUE OPERE
Si osserverà il medesimo insegnamento nel Libro dei Romani e nel Libro dell'Apocalisse.
GESÙ CRISTO SPEDIRÀ ALL'INFERNO COLORO AVENTI OPERATO INIQUITÀ
Iddio condanna la gente all'Inferno laddove avente commesso iniquità.
CIASCUNA PERSONA RICEVERÀ UNA RICOMPENSA OD UNA PUNIZIONE SULLA BASE DI CIÒ CHE ESSA AVRÀ OPERATO NEL CORPO
Si legge la verità per la quale occorre travagliare talché si sia accettati dal Cristo. Inoltre, si osserva la realtà donde tutti gli uomini nella prossima vita riceveranno una ricompensa od una punizione basata su ciò che essi avranno operato nel corpo, che sia stato bene o male. Le cose che un uomo avrà fatto, le sue opere, sono considerate essere un fattore essenziale con rispetto alla sua eventuale salvazione o dannazione.
SI POTREBBE ANCHE DETENERE LA FEDE UNIVERSALE EPPURE GUADAGNARE NULLA
Secondo la dottrina Protestante, la sola "fede" ottiene la salvezza. Laonde, colui detenente tutta la "Fede Universale" potrebbe essere salvato. Tuttavia, la Sacra Bibbia insegna altrimenti: si potrebbe detenere tutta la Fede Universale ed ancora guadagnare nulla. La giustificazione non avviene mediante la sola "fede".
CHE COSA OCCORE FARE PER ESSERE SALVATI? GESÙ CRISTO AFFERMÒ: SI OSSERVINO I COMANDAMENTI INVECE CHE CREDERE SOLAMENTE
Dinnanzi alla domanda circa la via per salvarsi Gesù Cristo affermò che occorre osservare i Comandamenti e seguirLo.
UN UOMO RICCO ENTRERÀ DIFFICILMENTE NEL REGNO DEL CIELO
Si osserva la realtà per cui ciò che si fa con il proprio danaro influenza la propria salvezza.
GESÙ CRISTO INCORAGGIÒ A VEGLIARE DI MODO DA EVITARE CHE EGLI ARRIVI MENTRE NON SI ESEGUE IL DOVERE MA SI COMMETTE IL PECCATO
La versione di tale parabola nel Santo Vangelo di San Luca mette a risalto la necessità delle opere e del fare cose per la salvezza ancora più chiaramente:
Ecco un altro passaggio interessante circa tale punto proveniente da Luca 21:
In tale interessante passaggio si osserva la verità donde un eventuale fallimento nell'operare tali cose, un fallimento nell'evitare i peccati come l'ingordigia, significante indulgenza o gola, e l'ebbrezza, costerebbe a chiunque la propria salvezza. Ciò dovrebbe dimostrare nuovamente il perché la giustificazione mediante la sola "fede" è completamente contraria ed estranea al vero Santo Vangelo.
COLUI CHE AVRÀ SALVATO LA PROPRIA VITA LA PERDERÀ
Si osserva la verità per la quale ciò che si opera, rinunciando alle cose peccaminose offerte dal mondo nella presente vita, determina l'eventualità della propria salvezza. Essa, ovviamente, non avviene mediante la sola "fede".
OCCORRE SORREGGERE LA PROPRIA CROCE PER ESSERE SUOI DISCEPOLI
La salvezza non è raggiungibile mediante la sola "fede" in Gesù Cristo, bensì mediante la Fede Cattolica, il sorreggere la croce ed il porre in secondo piano tutto ciò che si possiede, rendendo la salvezza nella religione di Gesù Cristo la propria maggiore priorità.
L'UOMO DEVE OSSERVARE LA PAROLA DI GESÙ CRISTO DI MODO DA NON VEDERE LA MORTE
Coloro osservanti le Sue parole, non solamente in esse credenti, non vedranno la morte.
SOLAMENTE COLORO I QUALI PERDONANO SONO PERDONATI
I propri peccati verrebbero perdonati solamente se venissero perdonati a propria volta. Ciò non avviene mediante la sola "fede".
GLI UOMINI SONO GIUSTIFICATI E CONDANNATI DALLE LORO PAROLE E NON SOLAMENTE SULLA BASE DELLA LORO PRESUNTA FEDE
Non affermavano i Protestanti che la giustificazione è mediante la sola "fede"? No; le proprie parole, le proprie azioni, le proprie opere giustificheranno o condanneranno oltre alla propria eventuale Fede Cattolica. L'uomo dovrà rendere conto per tutte le sue azioni e tutte le sue parole durante il giorno del giudizio universale. Una parabola simile è offerta in Luca 19.
SIMON MAGO CREDETTE E DIPOI CADDE VIA
Ciò malgrado, solamente qualche versetto appresso si scopre che egli cadde in un grave peccato:
FELICE FU TERRIFICATO ALLORCHÉ SAN PAOLO PREDICÒ LUI IL SANTO VANGELO E LA CASTITÀ: OCCORRE OVVIAMENTE EVITARE L'IMPURITÀ DI MODO DA ESSERE SALVATI
In Atti 24 è trovabile un altro interessante passaggio rilevante circa tale tema.
La versione Cattolica di tale versetto detta:
Felice fu terrificato allorché San Paolo discusse dell'insegnamento del Santo Vangelo circa la castità, ovviamente perciocché San Paolo lo informò della verità donde i peccati in tale riguardo escludono dal Paradiso. Felice fu terrificato solamente perciocché San Paolo non predicò lui il falso Santo Vangelo della giustificazione mediante la sola "fede".
SI GUADAGNI LA PROPRIA SALVEZZA CON PAURA E TREMORE
Si ottiene la salvezza con paura e tremore, ovviamente perciocché gli uomini possono perdere la loro salvezza mediante il grave peccato in qualunque momento.
IL LIBRO DEI ROMANI INDICA CHIARAMENTE CHE LE OPERE SONO PARTE DELLA GIUSTIFICAZIONE E DELLA SALVAZIONE
*PER UNA CONFUTAZIONE DELL'OBIEZIONE CONCERNENTE ROMANI 3:28 E LA FRASE DE LE OPERE DELLA LEGGE, UNA COMUNE MALA INTERPRETAZIONE PROTESTANTE, SI VEDA LA RISPOSTA A TALE OBIEZIONE ALLA FINE DELLA PRESENTE SEZIONE
La teologia Protestante, affermante che un uomo è giustificato mediante la sola "fede", è contraddetta presso il principio del Libro dei Romani tramite la discussione di San Paolo nel capitolo 2 circa il come la gente venga condannata per le sue opere. Essa è anche contraddetta allorquando San Paolo afferma in Romani che Iddio renderà a ciascun uomo secondo le sue opere e che la vita eterna è per coloro aventi operato il bene.
È molto interessante il fatto per il quale tali passaggi appaiono all'inizio del Libro dei Romani. Tale fu la maniera di Dio per rimuovere qualunque fraintendimento circa la necessità di fare cose ed evitare peccati per la salvezza possibilmente fuoriuscente dalle male interpretazioni eretiche di cotali passaggi, scritti di modo da enfatizzare la verità donde l'uomo non è giustificato mediante le opere della Vecchia Legge.
Di quali cose parlò? Alla fine del capitolo 1 egli avanzò una lista di peccati mortali includenti la fornicazione, l'ingordigia, la malvagità e così via.
Egli renderà a ciascun uomo secondo le sue opere od azioni, non sulla base della sola "fede".
LA VITA ETERNA È PER I CREDENTI AVENTI CONTINUATO NEL PAZIENTE BUONO OPERATO
Egli continuò:
LA MORTE ETERNA È PER COLORO AVENTI DISOBBEDITO ALLA VERITÀ ED AVENTI OPERATO IL MALE
La vita eterna è concessa a coloro i quali avranno veramente creduto ed operato ciò che è bene. La morte eterna è per ciascun uomo, credenti inclusi, avente operato il male od avente commesso peccati gravi ed essente morto in tale stato. La salvezza non avviene mediante la sola "fede".
LO SPIRITO SANTO È VERSATO NEI CUORI DEI GIUSTIFICATI: SANTIFICAZIONE INTERIORE
Si osserva che a coloro essenti giustificati viene versato l'amore di Dio nei loro cuori. Tale è la visione Cattolica della giustificazione: che i giustificati sono interiormente veramente santificati.
QUALORA I CREDENTI FOSSERO VISSUTI SECONDO LA CARNE ESSI MORIREBBERO ETERNAMENTE
Parlando ai fratelli, nonché credenti, egli affermò la verità per cui qualora essi avessero commesso dei gravi peccati della carne essi sarebbero morti eternamente: sarebbero stati dannati. Ciò contraddice totalmente la giustificazione mediante la sola "fede", la "una volta salvi sempre salvi" e così via.
QUALORA I CREDENTI NON AVESSERO CONTINUATO NELLA LORO BONTÀ ESSI VERREBBERO TAGLIATI VIA
Romani capitolo 11 discute chiaramente degli Ebrei recisi in virtù della loro incredulità. Dipoi, San Paolo nel versetto 22 afferma che i nuovi credenti, i Cristiani, verrebbero altrettanto recisi ove non continuassero nella bontà. Ciò distrugge le idee della giustificazione mediante sola "fede" e della una volta salvi sempre salvi.
UN CREDENTE RICEVENTE LA SANTA EUCARISTIA ILLECITAMENTE OFFRE DA MANGIARE E DA BERE LA DANNAZIONE A SÉ STESSO
San Paolo affermò che coloro i quali mangiano la Santa Eucaristia illecitamente sono colpevoli di grave peccato contro il corpo ed il sangue del Cristo Signore: essi offrono da bere dannazione a loro stessi. Egli, certamente, si indirizzò ai credenti, come da lui specificato in 1 Corinzi 5:12. Ciò è anche reso chiaro dal fatto per cui solamente i credenti possono partecipare alla Santa Eucaristia. Pertanto, i credenti possono essere ovviamente dannati per i peccati gravi come la ricezione sacrilega della Santa Eucaristia. Tale passaggio confuta l'idea Protestante della giustificazione mediante la sola "fede" e conferma l'insegnamento Cattolico.
1 CORINZI 7 DISTRUGGE LA GIUSTIFICAZIONE MEDIANTE LA SOLA "FEDE" INSEGNANDO CHE È MEGLIO PER TALUNI CREDENTI SPOSARSI PIUTTOSTO CHE BRUCIARE
In 1 Corinzi San Paolo chiarisce di discutere dei problemi attaccanti coloro al di dentro della Chiesa Cattolica.
Ciò diventa molto significativo nel capitolo 7.
Vi è una serie di cose estremamente significative in tale passaggio. Innanzitutto, si osserva il chiaro e ripetuto insegnamento per cui lo stato celibe è superiore a quello coniugato. Ciò conferma l'insegnamento Cattolico. La Chiesa Cattolica insegna che lo stato coniugato non è uno stato malvagio, bensì che esso è inferiore allo stato celibe. Gesù Cristo insegna lo stesso in Matteo 19:12, tuttavia, Egli quivi afferma che non tutti possono dedicare le loro intere vite a Dio. Tale insegnamento Biblico circa il celibato è il motivo per il quale i religiosi ed i sacerdoti della Chiesa Cattolica (del rito Romano) fanno un voto di celibato.
Orbene, passisi al dunque circa l'idea Protestante della giustificazione mediante la sola "fede". Si è appena stabilito che in 1 Corinzi 5:12 San Paolo chiarisce assai la realtà donde egli si indirizza i credenti. Parlando ai credenti San Paolo affermò che è meglio sposarsi piuttosto che bruciare, 1 Corinzi 7:9. Ciò indica chiaramente che anche i veri credenti cadenti nei gravi peccati possono perdere la loro giustificazione e bruciare all'Inferno. Ovviamente, egli dichiarò loro che è meglio sposare che bruciare perciocché alcuni di loro sarebbero caduti in peccati mortali della carne ove non si fossero sposati. Ciò confuta completamente la "fede" Protestante e conferma l'insegnamento Cattolico circa la giustificazione.
LA SANTIFICAZIONE E LA GIUSTIFICAZIONE ACCADONO NEL MEDESIMO ISTANTE
Tale versetto discute di coloro i quali sono stati giustificati come santificati prima di menzionare che essi sono stati effettivamente giustificati. Ciò dimostra che la santificazione e la giustificazione accadono nel medesimo istante. Esso contraddice la visione Protestante della giustificazione, donde la giustificazione e la santificazione non sono una cosa sola e medesima. I Protestanti sostengono la menzogna per la quale un uomo è dichiarato giustificato rimanendo però interiormente non santificato.
IL CIELO È SOLAMENTE PER QUEI CREDENTI I QUALI AVRANNO SORMONTATO
La Sacra Bibbia detta che solamente coloro aventi sormontato finiranno in Cielo. Il passaggio riguarda i credenti, come chiarito in capitolo 2 versetto 10. Laonde, sarebbe falso affermare che chiunque crede sormonta necessariamente. Ciò confuta la giustificazione mediante la sola "fede". Tale tema è ripetuto numerose volte in cotale capitolo.
OCCORRE OSSERVARE LE OPERE DI GESÙ CRISTO SINO ALLA FINE
Tale versetto parla per sé. Esso confuta completamente la visione Protestante.
COLUI CHE CREDE DEVE RITENERE TALCHÉ EGLI NON PERDA LA SUA CORONA
In Apocalisse capitoli 13 e 14 si legge circa il marchio della bestia e la verità per cui coloro che lo avranno ricevuto non saranno salvati. Ciò dimostra ancora la realtà donde ciò che si opera determina la propria salvezza o dannazione.
I MORTI SONO GIUDICATI SECONDO LE LORO OPERE
In Apocalisse capitolo 20 si legge circa il giudizio finale.
Tale versetto costituisce una dimostrazione assoluta donde la visione Protestante della giustificazione è anti-Biblica.
Tale è solamente un altro versetto dimostrante la verità donde ciò che si fa può escludere dalla salvezza.
L'UOMO GIUSTO SARÀ SCARSAMENTE SALVATO
È dettato che il giusto sarà scarsamente salvato. Altre traduzioni dettano l'uomo giusto. Non vi è dubbio alcuno per cui San Pietro discusse dell'uomo giustificato proprio alla Chiesa Cattolica, perciocché egli discusse del giudizio incominciante dalla casa di Dio, la quale è la Chiesa Cattolica.
Vi sono 2 modi per comprendere tale versetto ed essi contraddicono entrambi le idee della giustificazione mediante la sola "fede" e la sicurezza eterna. Il primo è che i giusti propri alla Chiesa Cattolica saranno scarsamente, ossia raramente, salvati, perciocché la più parte di coloro essenti stati un tempo giustificati sarà caduta via e non avrà perseverato sino alla fine. Essa sarà divenuta gravemente peccatrice. Ciò coincide con l'interpretazione Cattolica tradizionale donde anche la più parte dei Cattolici sarà perduta perciocché essa non avrà detenuto sufficiente interesse o non avrà operato ciò che essa avrebbe dovuto operare per essere salvata. Essa avrà dunque ad un certo punto perduto la sua giustificazione, morendo in uno stato di peccato mortale.
La sola altra interpretazione avanzabile è che scarsamente significhi con difficoltà: per cui è difficile per un uomo giusto salvarsi. Ovvero, l'uomo giustificato deve impiegare un grande sforzo di modo da essere salvato: non è lui garantita la sua salvezza mediante la sola "fede" od un'una tantum una volta che possa avere creduto.
UNA DONNA SAREBBE SALVATA MEDIANTE IL PARTO, OVE CONTINUASSE NELLA FEDE UNIVERSALE
Ciò oblitera la visione Protestante della giustificazione e della salvazione. Esso indica che la gente detenente la Fede Cattolica può perderla e che essa deve continuare nella santità per essere salvata. Non è affatto sorprendente l'aneddoto donde un Protestante avente tentato di dare una risposta a tale versetto durante un dibattito circa la giustificazione non vi riuscì affatto. Egli affermò semplicemente come il tutto fosse assai misterioso.
MEDIANTE LA GRAZIA DI DIO CI SI SALVERÀ CON LE OPERE
Si osserva che occorre continuare nella Fede Cattolica di modo da essere salvati. Si potrebbe dunque perdere la Fede Cattolica. Si legge anche come sia nel fare le cose che si è salvati.
Tale versetto è assai importante perciocché taluni Protestanti, predicanti la falsa dottrina della giustificazione mediante la sola "fede", amano raffrontare le visioni Protestanti e Cattoliche nei seguenti termini: la visione Protestante, essi affermano, concerne tutta Gesù Cristo salvante l'uomo e facente tutta l'opera, mentre la visione Cattolica riguarda l'uomo facente l'opera e salvante sé stesso. La visione Cattolica, ovviamente, non riguarda l'uomo salvante sé stesso, bensì detta la verità donde Gesù Cristo salva l'uomo rendendo la salvezza possibile. Senza Gesù Cristo l'uomo non può fare alcunché. Tuttavia, un uomo deve cooperare con la grazia di Dio. Dovesse egli cooperare e cogliere vantaggio della salvazione resa disponibile da Gesù Cristo, operando le cose esatte da Dio, egli allora si salverebbe.
In cotale versetto si osserva la realtà per la quale la Sacra Bibbia insegna la visione Cattolica della giustificazione: essa non concerne solamente Gesù Cristo senza la cooperazione dell'uomo. Anzi, le opere e le azioni di un uomo, ciò che un uomo fa, determinano chiaramente l'eventualità della sua salvazione. I Protestanti sostenenti la sola "fede" dovrebbero condannare il suddetto versetto come eretico.
SAN PAOLO GIOÌ DINNANZI AL SUO MANTENIMENTO DELLA FEDE CATTOLICA, PERCIOCCHÉ I CREDENTI LA POSSONO OVVIAMENTE PERDERE
ALESSANDRO IL FABBRO DI RAME SAREBBE STATO RICOMPENSATO SECONDO LE SUE OPERE
OCCORRE SOPPORTARE E RESISTERE ALLA TENTAZIONE DI MODO DA OTTENERE LA CORONA DELLA VITA
La Sacra Bibbia detta che occorre resistere alla tentazione e sopportare sino alla fine di modo da ottenere la vita eterna.
I PECCATI DELLA LUSSURIA MENANO MORTE ETERNA, PERTANTO, LA GIUSTIFICAZIONE NON AVVIENE MEDIANTE LA SOLA "FEDE"
Si noti che ove si acconsentisse al peccato della lussuria esso menerebbe al peccatore la morte. Egli discusse chiaramente della morte eterna, la dannazione. Ciò significa che un uomo non è giustificato mediante la sola "fede".
Il secondo capitolo di San Giacomo oblitera veramente l'idea Protestante della giustificazione mediante la sola "fede" e dell'una volta salvi sempre salvi. Martin Lutero appellò il Libro di San Giacomo un'epistola di paglia ed era intenzionato a rimuoverlo dalla sua "versione" della Sacra Bibbia sino a quando i suoi amici lo persuasero che tale mossa sarebbe stata troppo radicale, si consulti la fine del presente libro circa le visioni di Martin Lutero. I seguenti versetti, rigettanti la giustificazione mediante la sola "fede", sono la ragione per cui Martin Lutero criticò tale libro della Sacra Bibbia:
Tale è l'unico passaggio nell'intera Sacra Bibbia in cui le parole fede e sola o solamente sono unite. La Sacra Bibbia detta che l'uomo non è giustificato mediante la sola "fede", bensì mediante le opere.
OBIEZIONI
E DEI PASSAGGI DETTANTI CHE CHIUNQUE AVESSE CREDUTO IN GESÙ CRISTO SAREBBE SALVATO?
RISPOSTA: PER GESÙ CRISTO CREDERE IN LUI SINO ALLA SALVEZZA SIGNIFICA NECESSARIAMENTE SEGUIRE ED OSSERVARE LE SUE PAROLE ED I SUOI COMANDAMENTI SINO ALLA FINE. IN AGGIUNTA A TUTTI GLI ALTRI PASSAGGI DI GIÀ COPERTI, CIÒ È DIMOSTRATO MEDIANTE L'IMMEDIATO OD ESTESO CONTESTO DI CIASCUN CASO IN CUI GESÙ CRISTO DICHIARA CHE COLORO AVENTI CREDUTO IN LUI SARANNO SALVATI.
PRIMO ESEMPIO: GIOVANNI 3:16
Nei paesi di stampo Protestante, come gli SUA, tale versetto potrebbe essere scorto sui manifesti negli stadi, sulle segnaletiche nelle autostrade ed in molti altri posti. I Protestanti credono che esso sia il migliore od un fra i migliori esempi dell'insegnamento della Sacra Bibbia per cui chiunque crede è salvato mediante la sola "fede". Ciò che essi non dichiarano o falliscono nel percepire è ciò che è dettato nei versetti immediatamente seguenti Giovanni 3:16.
È affascinante come nel medesimo contesto immediatamente seguente Giovanni 3:16 si osservino delle referenze prominenti circa la condanna per le azioni malvagie, oltre ad una relativa alla gente operante il male e circa il giudizio delle azioni. Ciò chiarisce la verità per la quale un'apparente fede nell'unigenito Figliolo di Dio concedente la salvezza è una fedeltà che deve essere accompagnata dalla perseveranza nelle buone azioni e nelle buone opere. Per Gesù Cristo credere in Lui sino alla salvezza equivale al seguire ed osservare le Sue parole ed i Suoi Comandamenti, come dimostrato da tutti gli altri passaggi coperti. Il contesto dimostra che Giovanni 3:16 non insegna la giustificazione mediante la sola "fede" o la "sicurezza eterna".
SECONDO ESEMPIO: ROMANI 10 - DOVESSI TU CONFESSARE CON LA TUA BOCCA… TU SARESTI SALVATO
Romani 10:9 è un altro versetto avanzato dai Protestanti nel tentativo di dimostrare la salvezza mediante la sola "fede" in Gesù Cristo.
Nulladimeno, il contesto dimostra nuovamente che la comprensione Protestante di tale passaggio è falsa. Ciò che molti non realizzano è che cotale passaggio, Romani 10:8-10, cita Deuteronomio 30:14 ed oltre. Le note a piè di pagina nella propria Sacra Bibbia indicano la referenza a Deuteronomio 30:14. Deuteronomio 30:14 ed oltre discute della necessità di fare le opere di Dio e di osservare i Comandamenti.
Tale referenza a Deuteronomio 30:14 in Romani 10:8-10 dimostra come San Paolo ed i suoi uditori abbiano compreso che credere sino alla salvezza equivale al seguire ed al fare le opere essenti necessarie per la salvezza. Solamente in tale maniera può il credente vivere ed ottenere la salvezza. La visione Protestante della giustificazione è un fraintendimento totale della Sacra Scrittura, come dimostrato nuovamente dall'intero contesto di tale passaggio.
TERZO ESEMPIO: GIOVANNI 5:24
Leggendo ciò in solitudine, taluni Protestanti pensano che a tutti i credenti sia garantita la salvezza.
Tuttavia, solamente qualche versetto appresso, incominciando da Giovanni 5:28, Gesù Cristo afferma ciò:
Nuovamente, si osserva la realtà donde la gente sarà condannata sulla base di ciò che essa avrà fatto e non solamente sulla base della sua presunta fede. Per Gesù Cristo, credere sino alla salvezza equivale ineluttabilmente al seguire ed all'osservare le Sue parole ed al fare le opere essenti necessarie per la salvezza.
QUARTO ESEMPIO: GIOVANNI 6:47
Alcuni Protestanti amano citare tale passaggio di modo da argomentare a favore della giustificazione mediante la sola "fede". Tuttavia, ciò è facilmente confutato dall'intero contesto di Giovanni 6. Quasi tutto il capitolo tratta del come occorra non solamente credere per ottenere la salvezza bensì anche mangiare la carne del Figliolo dell'Uomo di modo da essere salvati. Laonde, la giustificazione non avviene mediante la sola "fede". Ciò è coperto nella sezione riguardante la Santa Eucaristia, tuttavia, tale è un altro esempio donde il contesto esteso confuta la mala interpretazione Protestante.
ED EFESINI 2:8-9: MEDIANTE LA GRAZIA SI È SALVATI TRAMITE LA FEDE UNIVERSALE E NON LE OPERE?
Gli acattolici citano frequentemente il seguente versetto nel tentativo di dimostrare che l'uomo è salvato mediante la sola "fede".
Anche tale argomentazione fallisce. Come si dimostra, tale argomento fallisce perciocché tale versetto discute specificatamente della grazia iniziale pertinente alla ricezione del Santo Battesimo di acqua. Il Santo Battesimo non è un'opera propria, bensì un Sacramento istituito da Dio. Nessuna opera umanamente concepibile potrebbe sostituire la possanza del Santo Battesimo di acqua. Tale è detta salvare perciocché essa rimuove il Peccato Originale di un uomo, ponendolo in uno stato di giustificazione. La dimostrazione donde Efesini 2:8-9 si riferisce effettivamente al Santo Battesimo di acqua sarebbe trovabile allorché si confrontasse tale passaggio con Tito 3:5 e dipoi con 1 Pietro 3:20-21.
Si osservi ciò che segue.
Efesini 2:8-9: "Perciocché voi siete salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non è da voi, è il dono di Dio. Non per opere, acciocché niuno si glorii."
Tito 3:5: "egli ci ha salvati; non per opere giuste, che noi abbiam fatte; ma, secondo la sua misericordia, per lo lavacro della rigenerazione, e per lo rinnovamento dello Spirito Santo;"
Si noti il fatto per il quale i 2 passaggi sono estremamente simili. Essi discutono della medesima cosa. Essi menzionano entrambi l'essere salvati non mediante le proprie opere fatte. Efesini 2:8-9 descrive ciò come l'essere salvati tramite la Fede Universale, Tito 3:5 lo descrive come l'essere salvati tramite il lavacro della rigenerazione ed il rinnovamento dello Spirito Santo. Essi si riferiscono alla medesima cosa.
Tito 3:5 si riferisce assente dubbio alcuno al Santo Battesimo di acqua, come ammisero persino Giovanni Calvino e Martin Lutero. Anche Efesini 2:8-9 discute del Santo Battesimo di acqua, la differenza giace solamente nel fatto donde Efesini 2:8-9 appella il Santo Battesimo di acqua Fede Universale, perciocché accettare il Santo Battesimo equivale al sottomettersi alla Fede Cattolica. Esso è la maniera per la quale ci si unisce alla Fede Cattolica, come chiarito da Gesù Cristo in Marco 16:15 ed in Matteo 28:19: "Predicate il Santo Vangelo ad ogni creatura… battezzando nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo.". Il Santo Battesimo è descritto come Fede Universale anche in Galati 3:
Si osserva la realtà per la quale ricevere il Santo Battesimo è equivalente al ricevere la Fede Cattolica in Gesù Cristo. Di modo da confermare ulteriormente la verità donde Efesini 2:8-9 tratta dell'essere salvati mediante il Santo Battesimo che si espanda il raffronto.
Efesini 2:8-9: "Perciocché voi siete salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non è da voi, è il dono di Dio. Non per opere, acciocché niuno si glorii."
Tito 3:5: "egli ci ha salvati; non per opere giuste, che noi abbiam fatte; ma, secondo la sua misericordia, per lo lavacro della rigenerazione, e per lo rinnovamento dello Spirito Santo;"
1 Pietro 3:20-21: "I quali già furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre si apparecchiava l'arca; nella quale poche anime, cioè otto, furon salvate per mezzo l'acqua. Alla qual figura corrisponde il battesimo, il quale (non il nettamento delle brutture della carne, ma la domanda di buona coscienza verso Iddio) ora salva ancora noi, per la risurrezione di Gesù Cristo."
Ciò dimostra che Efesini 2:8-9 si riferisce alla grazia iniziale del Santo Battesimo. Efesini 2:8-9 non discute della continua giustificazione di coloro essenti già stati battezzati, bensì semplicemente del come tale gente sia stata inizialmente menata al di fuori del Peccato Originale, ricevendo la grazia della giustificazione. Nessuna opera fattibile da chiunque potrebbe rimpiazzare o sostituire il Santo Battesimo di acqua e la grazia che esso concede: la prima giustificazione e la rimozione del Peccato Originale. Tuttavia, una volta entrati nella Chiesa Cattolica mediante il Santo Battesimo, essente opera di Dio, le proprie azioni ed opere divengono invero parte del processo di giustificazione, oltreché un fattore determinante il mantenimento della giustificazione stessa. Ciò è chiarito dall'abbondanza di passaggi, di già analizzati, verbigrazia, Giacomo 2:24. Laonde, l'argomentazione Protestante circa Efesini 2:8-9 è un'altra che non regge nel contesto della Sacra Scrittura.
Il Santo Battesimo non è un'opera di giustizia propriamente operata, essa è un Sacramento istituito da Gesù Cristo, versante il Suo sangue salvifico ed il lavacro dello Spirito Santo.
E DELL'AFFERMAZIONE DONDE UN UOMO È GIUSTIFICATO MEDIANTE LA FEDE UNIVERSALE DISGIUNTA DALLE OPERE DELLA LEGGE, ROMANI 3:28?
I Protestanti amano citare Romani 3:28 e passaggi simili.
Martin Lutero pensava che tale passaggio insegnasse la giustificazione mediante la sola "fede", disgiunta da considerazione alcuna delle azioni od opere umane. Ciò è completamente errato. Infatti, fallire nel comprendere ciò che è inteso mediante l'espressione opere della Legge è uno dei più grandi malintesi presenti nel Protestantesimo.
Come già visionato, San Giacomo afferma in Giacomo 2:24 la realtà donde un uomo è giustificato mediante le opere e non mediante la sola "fede". Ciò che è inteso in Romani 3:28 e nel corso di tutto il Nuovo Testamento mediante l'espressione opere della Legge sono le prescrizioni e le Leggi del Vecchio Testamento. Le opere della Legge significano le opere della Vecchia Legge: esse non significano tutte le opere ed azioni umane. San Paolo scrisse alla gente avvinghiata all'errata nozione per cui il sistema della Vecchia Legge, con la sua circoncisione, le sue leggi circa gli alimenti mondi ed immondi, i suoi sacrifici rituali e così via fosse ancora indispensabile.
Il fatto donde ciò è quello che le opere della Legge significa in Romani 3:28 ed in passaggi simili è dimostrato dal contesto di Romani e specialmente da Galati 2:14. Si noti il fatto per cui viene utilizzata l'espressione opere della Legge e per il quale essa si riferisce specificatamente alla Vecchia Legge, la Legge del Vecchio Testamento, e non a tutte le azioni ed opere.
Si noti che l'espressione opere della Legge è chiaramente utilizzata da San Paolo di modo da riferirsi al vivere come vivevano gli Ebrei, osservando la Vecchia Legge, con la sua circoncisione e così via. Essa non si riferisce a tutte le opere ed azioni umane. Ciò è ovvio nel corso di tutto il Libro dei Galati. Ecco un altro esempio:
Come nuovamente osservato, è chiaro che allorquando San Paolo discusse della Legge e di come nessun uomo potesse essere giustificato mediante essa egli discusse delle opere della Vecchia Legge: circoncisione e così via. Egli non discusse di tutte le opere. Nessuna persona onesta potrebbe negare tale fatto. Egli osservò semplicemente che la Fede Cattolica, la Chiesa Cattolica la religione di Gesù Cristo detengono una possanza in loro stesse. Egli dichiarò essi che non occorre osservare la Vecchia Legge ed il suo sistema per ottenere la salvezza, la quale proviene da Gesù Cristo. Ecco un altro esempio:
Si osserva nuovamente che la Legge si riferisce alla Vecchia Legge: osservare la circoncisione e così via. Nessun uomo è giustificato dalla Vecchia Legge. Ove si osservasse con cura il contesto di Romani 3 e 4 si realizzerebbe anche che San Paolo in Romani 3:28 allorquando egli utilizza l'espressione le opere della Legge discute della Vecchia Legge.
Si osserva che il primissimo verso di Romani 3 tratta dell'opera del Vecchio Testamento della circoncisione. San Paolo enfatizzò agli Ebrei ed ad altri che essi non necessitavano osservare tali prescrizioni per entrare nella vera Fede Universale di Dio offerta dal Salvatore Gesù Cristo, nonché per la salvezza.
Filippesi 3 costituisce un altro esempio dimostrante l'osservazione circa ciò che la Sacra Bibbia intende per la Legge, opere della Legge e travagliare sotto la Legge. In Filippesi 3 San Paolo spiega che egli era un Ebreo osservante la Legge Ebraica. È in tale preciso contesto che egli discute del detenere la propria giustificazione, la propria giustizia, non mediante la Legge ma mediante la Fede Universale in Gesù Cristo. In altre parole, la sua affermazione per cui la sua giustificazione non è tale mediante la Legge significa che essa non è tale mediante la Vecchia Legge o mediante l'avere osservato la Vecchia Legge:
È ovvio che allorché egli discute della giustizia o della giustificazione essente tale per Fede Universale, non essente sua mediante la Legge, egli non insegna la giustificazione mediante la sola "fede". Al contrario, egli enfatizzò semplicemente che la Legge Ebraica non giustifica e non è necessaria per la salvezza.
Si è di già osservata un'abbondanza di passaggi dimostranti la realtà donde le azioni e le opere umane fanno parte dell'eventuale propria giustificazione e salvezza. È certo che mediante le opere della Legge San Paolo intese come non si sia salvati tramite le opere della Vecchia Legge ma tramite la religione di Gesù Cristo.
Con tali fatti a mente è osservabile il tragico e devastante errore di fraintendimento commesso da milioni di Protestanti. Ciò li ha condotti nel disastroso errore della giustificazione mediante la sola "fede" e della "sicurezza eterna", idee opposte al tenore dell'intera Sacra Scrittura, alla necessità dell'evitare il peccato, alle parabole di Gesù Cristo e così via.
Note di fine sezione 4:
[1] San Tommaso di Aquino, Somma teologica, Parte 2-2, Domanda 154, Risposta 11.