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Può un Cristiano appellare qualcheduno uno stolto?
È interessante notare l'effettività per cui in Matteo 23:17 nostro Signore Gesù Cristo a causa della malvagia volontà e disonestà da essi esibita appella i Farisei dei ciechi e degli stolti. L'espressione Greca di Matteo 23:17 moroi cai tifloi potrebbe essere ancora tradotta come imbecilli e ciechi, nonché imbecilli ciechi. L'etimologia conferma che la parola morone, significante imbecille, proviene dalla parola Greca moros, possedente la forma plurale moroi, utilizzata da nostro Signore Gesù Cristo in Matteo 23:17.
Nulladimeno, certuni eretici e certuni liberali dottrinali hanno attaccato il presente monastero per il suo utilizzo di simile linguaggio nei confronti di certi individui estremamente disonesti e di malvagia volontà. Essi sostengono che sia necessariamente errato appellare qualcheduno esibente della malvagia volontà e della disonestà uno stolto od un imbecille. Essi non sanno di che cosa parlano.
È ovviamente errato e non caritatevole criticare o condannare gli altri a causa di un difetto o di una deficienza posseduta dalla nascita, giacente oltre il loro controllo. Tuttavia, il termine stolto od imbecille può caratterizzare una descrizione appropriata di qualcheduno dimostrante della profonda disonestà, della profonda ipocrisia o della profonda crudeltà, specialmente laddove la persona esibisca grande arroganza nel processo. Allorquando una tale descrizione viene utilizzata essa viene sempre impiegata in referenza alla malvagia volontà di qualcheduno, non a difetto innato alcuno. La malvagia volontà, generante la cecità e la stupidità spirituale, fu la caratteristica alla quale Si riferì nostro Signore Gesù Cristo durante l'utilizzo di tale linguaggio. I liberali, ovviamente, non hanno letto il Santo Vangelo.
In tale contesto nostro Gesù Cristo aggiunse pure quanto seguita.
La descrizione figlio dell'Inferno, uion Geennes, applicasi perfettamente a sì molti individui odierni, inclusi i molti gabellantisi Cattolici o persino Cattolici tradizionali. Qualora si incontrasse qualcheduno inspiegabilmente attaccante ciò che è vero e buono, con dell'energia e dell'impegno apparentemente inesorabili, esisterebbe una spiegazione: egli sarebbe un vero figlio dell'Inferno.